Riparte l’accordo sulla legge tedesca o si vota col Consultellum senza alcuna modifica sostanziale: anche per Berlusconi una terza possibilità non esiste. Tra i partiti che meno di tre giorni fa sembravano aver trovato un magico accordo sulla legge elettorale l’unico che sembra ancora crederci è proprio Forza Italia. Le parole del capogruppo azzurro in commissione affari costituzionali Sisto rispecchiano il pensiero del capo: «Martedì siamo pronti a ridiscutere l’impianto tedesco e sono convinto che la situazione sia ancora rimediabile. Buttare via tutto sarebbe sbagliato».
Gli altri tre ex soci suonano una musica di tono opposto. Berlusconi spera però che le cose stiano diversamente. Sa che fino a lunedì, dopo le elezioni, ogni tentativo di dialogo sarebbe condannato al fallimento, ma è convinto che a urne chiuse le cose cambieranno. In più sa di avere ancora due buone carte da giocare. La prima è il Colle. Per quanto strano possa apparire, oggi il partito più in sintonia con gli umori del Quirinale è proprio quello azzurro. È vero che sperare in un ritorno dell’M5S sembra un miraggio persino per l’ottimista di Arcore, ma è anche vero che la legge era nata come accordo a tre e non a quattro e tale potrebbe tornare, magari con un lieve abbassamento della soglia di sbarramento per mettere al sicuro il voto del senato recuperando i centristi.

Certo, la Lega ripete che quella strada è ormai preclusa. Ma a due giorni dal voto non potrebbe comportarsi altrimenti e soprattutto il ritorno al dialogo è la sola chiave in grado di schiudere la porta sull’obiettivo comune del Carroccio e del Pd: le elezioni in autunno. Se gli auspici di Arcore non troveranno riscontri, Berlusconi è rassegnato a sfidare le urne con una legge che per molti versi non gli piace affatto, ma che lascia comunque aperta la porta all’alleanza di governo col Pd. Il Consultellum, col suo premio di maggioranza, permetterà infatti al Pd e a M5S di fare una campagna elettorale brandendo il miraggio del 40% per attrarre voti. Fi non potrà farlo. In secondo luogo, il Consultellum lo costringerà a riaprire la questione, lacerante nel partito, della coalizione con Salvini e Meloni.
Il solo vantaggio di quella legge è che comunque di un proporzionale si tratta e che dopo il voto sempre da Arcore, salvo miracoli, Renzi dovrà passare. Sempre che non monti troppo la bomba scoppiata ieri a Palermo, con il pentito Graviano che accusa addirittura Berlusconi di essere il mandante delle stragi del 1992-93. Per ora Berlusconi non dà troppo peso alla cosa. Si tratta, dice Ghedini, di interpretazioni delle intercettazioni del mafioso «destituite di ogni fondamento» dal momento che Berlusconi non ha mai avuto con Graviano «alcun contatto né diretto né indiretto». L’ex Cavaliere è convinto che si tratti di bombe a orologeria che scoppiano puntuali quando si riavvicina al centro della scena politica.