«Quando lo Stato ci ha comunicato via mail che la nostra domanda era stata approvata siamo rimasti scioccati. Da oggi possiamo fare ripartire lo studio e soprattutto pagare lo stipendio al team e alla produzione». Così il collettivo di artisti berlinesi Slavs & Tatars, tra i primi a ricevere 5000 euro di bonus del maxi-fondo per gli artisti varato dal ministro della Cultura della Linke Klaus Lederer. Un pacchetto di aiuti disponibili fin da subito e accreditati direttamente sul conto corrente pari a mezzo miliardo di euro. L’unica soluzione per salvare centinaia di migliaia posti di lavoro in club, locali, teatri, cinema, centri culturali, scuole di danza, sull’orlo del fallimento per la serrata imposta dall’emergenza Coronavirus.

Fondato nel 2006, il «Künstlerkolletiv» di Kasia Korczak e Payam Sharifi rappresenta a pieno titolo la scena artistica di Berlino-Est. Libri, esibizioni pubbliche, perfomance di lettura e «cicli di ricerca» che connettono storie, ideologie, miti, tra muri e confini. Gli Slave & Tatars sono un patrimonio artistico «esibito» dalla Germania anche alla Tate Modern, al Centre Pompidou, alla Istanbul Modern; un asset strategico che Berlino non può permettersi di perdere.

«L’IDEA DEL GOVERNO è stata quella di mettere una sorta di cerotto, alla svelta, per tamponare l’emorragia di denaro. Nel nostro caso ha dimostrato di funzionare» è la testimonianza degli Slavs & Tatars raccolta da Artnet News.

Ma non sono gli unici beneficiari. «Avevo il numero 110mila nella lista su internet, quindi ero piuttosto scettica visto il numero di persone registrate prima di me. Oltretutto, la procedura on-line era inutilmente complicata. Ma ieri ho controllato il conto in banca e i 5.000 euro promessi dal governo sono stati accreditati veramente» racconta incredula Zuzanna Czebatul che vive e lavora stabilmente a Berlino.

PROPRIO COME NEL SUO CASO, la chiusura di tutte le attività «non essenziali» decisa dal governo federale e dai governatori ha provocato la perdita del 75% del guadagno mensile come contabilizza l’Associazione berlinese degli artisti visuali, che la settimana scorsa aveva lanciato l’allarme sull’impossibilità di pagare gli affitti di aprile. Di qui il maxi-stanziamento da 500 milioni del ministro della Cultura, approvato dalla giunta rosso-verde senza guardare troppo alle casse pubbliche ben più che in deficit.

Del resto, il «settore dello spettacolo» nella capitale muove più di un quarto del Pil locale. E infatti il fondo per gli artisti è già virtualmente esaurito, data la mole di domande (60mila solo nelle prime 24 ore) che ha mandato in tilt i server del ministero. Tuttavia, il bonus pro cultura è pronto a essere rifinanziato almeno fino a giugno. «Il programma sta funzionando bene. Le migliaia di e-mail di artisti che abbiamo ricevuto dall’inizio dell’emergenza Coronavirus confermano che il nostro piano non solo è necessario ma copre le immediate necessità dei lavoratori del settore creativo. Rimane nostro dovere preservare l’immensa ricchezza della vita culturale di Berlino per un futuro che vogliamo ancora ’vibrante’». Sono le parole del portavoce del ministro Lederer che lavora per ridurre i tempi della procedura fino a circa 10 minuti.

GIÀ DA OGGI BASTERANNO giusto nome e cognome, ragione «artistica», codice fiscale, più le coordinate Iban del conto di destinazione del bonus pari a 5000 euro per singoli artisti e compagnie e a 15000 per i piccoli impresari. Cui andranno sommati a breve gli aiuti previsti dal governo federale: 50 miliardi per salvare arte e musica non «convenzionali» da distribuire nei 16 Land entro poche settimane.

Un investimento senza precedenti nella capitale tedesca, supportato dalla Banca Investimenti di Berlino (Ibb) fino alla fine del lockdown che sicuramente verrà prorogato oltre la scadenza prevista, come in Italia. «Nel frattempo, e altrimenti, gli artisti come me avrebbero rischiavano di morire» riassume uno delle decine di Dj non affermati che campano di serate occasionali nei locali meno di moda a cavallo tra Kreuzberg e Friedrichshain.