Decisamente una falsa partenza per la nuova amministrazione «rosso-rosso-verde» della città-stato di Berlino. Lunedì si è dimesso il sottosegretario alla casa Andrej Holm, ricercatore indipendente in quota Linke, dopo essere stato pubblicamente scaricato dal sindaco-governatore Michael Müller (Spd). Causa scatenante, il passato di Holm nella Stasi, la polizia politica della Ddr: pochi mesi a ridosso della caduta del Muro, quando aveva diciannove anni. Tanto è bastato per una caccia alle streghe che, in realtà, nasconde ben altro: Holm è un sociologo dell’Università Humboldt attivissimo nella ricerca e nell’azione politica intorno al tema della gentrificazione, quella trasformazione urbana che porta al «risanamento» dei quartieri attraverso l’espulsione dei più poveri. Questione spinosissima in una metropoli dove gli interessi della speculazione immobiliare sono immensi, e le lotte per opporvisi molto accese.

Andrej Holm

 

 

Anche se i socialdemocratici non lo ammetterebbero mai, è evidente che la presenza di Holm è risultata fin da subito ingombrante non per il suo passato, ma per il suo presente. La scelta dell’assessora-ministra all’urbanistica e alla casa Katrin Lompscher, della Linke, che ha voluto come proprio vice l’attivista e sociologo affidandogli le deleghe alle politiche abitative, aveva suscitato reazioni molto positive nel vasto movimento che si batte contro la speculazione, l’aumento degli affitti, la trasformazione della città in un parco-divertimenti per turisti. Quegli stessi movimenti che ieri hanno dato vita alle prime manifestazioni di protesta contro le dimissioni sollecitate dal sindaco-governatore e, con lui, da tutta la Spd.

La compagine che governa Berlino da poco più di un mese esce da questa vicenda decisamente ammaccata, avendo dato prova di totale mancanza di coesione e solidarietà interna: «I bisticci dentro la coalizione dominano tutto», denuncia il capogruppo della Linke Udo Wolf. Non un buon viatico in vista del difficile tentativo di costruire un’intesa a livello nazionale fra Linke, socialdemocratici e Verdi. Un’alleanza che, purtroppo, stando agli attuali sondaggi, non avrebbe comunque i numeri per sfrattare Angela Merkel dalla cancelleria, complice l’ascesa della destra xenofoba dell’Afd e la riemersione dei liberali della Fdp.

Tempo per cambiare le sorti delle elezioni ancora c’è, e da oggi gli strateghi dei partiti avranno a disposizione un’informazione importante: la data del voto. Stando alle agenzie, il consiglio dei ministri odierno dovrebbe fissarla al prossimo 24 settembre.