«La sentenza della Corte suprema che invalida il blocco degli affitti di Berlino rappresenta un giorno nero per tutti gli inquilini. Possono ringraziare i deputati di Cdu, Csu e Fdp che hanno promosso la causa in tribunale e ora provano a respingere la legge anche al Bundestag». Janine Wissler, co-segretaria della Linke, punta il dito contro i 284 responsabili politici dell’affossamento del Mietendeckel: il tetto sul canone mensile imposto un anno fa dal governo della capitale (Spd, Linke e Verdi). Assicurando che la lotta contro la speculazione immobiliare non finisce, anzi: «I giudici di Karlsruhe non hanno stabilito che il Mietendeckel è anticostituzionale ma che non è competenza dei singoli Land. Significa che la norma deve essere approvata a livello federale, esattamente ciò per cui ci stiamo battendo in Parlamento».

NELL’ATTESA FESTEGGIANO gli immobiliaristi: ieri mattina, un minuto dopo la sentenza, avevano già cominciato a chiedere agli inquilini di restituire l’intera differenza risparmiata con il Mietendeckel. Soprattutto per questo si contiene a fatica la rabbia di centinaia di migliaia di berlinesi lasciati, di nuovo, in balia della bolla che ha gonfiato i prezzi del 75% nell’ultimo decennio. Giovedì sera in 20.000 sono scesi in strada spontaneamente nel quartiere di Kreuzberg scandendo slogan contro il partito della cancelliera Merkel. «Tutta Berlino odia la Cdu» è stato il leitmotiv del corteo incontenibile per la polizia intervenuta a suon di manganellate e spray irritanti. A fine giornata si contavano 48 arresti e una decina di agenti contusi mentre a Neukölln – altro rione popolare nel target degli speculatori – andava in scena la “pentolata” improvvisata contro la decisione di Karlsruhe.

«Ora devo restituire 2.000 euro al proprietario di casa» è la testimonianza di un inquilino in grado di quantificare l’effetto pratico del ricorso dei democristiani e dei liberali contro la legge berlinese. «La Corte ha stabilito che l’interesse del libero mercato vale di più del diritto alla casa» riassume un altro affittuario, costretto a indebitarsi per pagare ciò che i giudici federali hanno definito come debito.
Comunque, il governatore di Berlino non si arrende: «Sapevamo che la nostra legge si avventurava in un nuovo terreno in tema di affitti e rispetto la decisione del Tribunale. Ma insisto nel chiedere la moratoria dei canoni in presenza di situazioni abitative difficili. Anche dopo la sentenza il blocco agli aumenti resta urgente e necessario. Al più tardi sarà compito del prossimo governo federale» riassume il premier-sindaco Spd, Michael Müller.

Manifestazione a Berlino. @Lapresse

Pienamente appoggiato dal suo partito che ha già innestato la questione sul piano elettorale. «Estenderemo il blocco degli affitti in tutta la Germania e costruiremo 100 mila nuovi appartamenti per risolvere la carenza di alloggi a prezzi accessibili» promette il vice-segretario Spd, Kevin Kühnert. Denunciando il più lampante esempio del problema sotto gli occhi di tutti e di pubblico dominio negli archivi del Bundestag. «L’imprenditore edile Christoph Gröner ha versato 800.000 euro alla Cdu di Berlino. In nessun campo gli scandalosi intrecci tra politica e interessi economici privati sono più chiari che nel settore degli alloggi».

MA IERI SI SONO FATTI sentire anche i Verdi che accusano il colpo proprio come Spd e Linke ma sono altrettanto decisi a tenere il punto. A riguardo la senatrice Ramona Pop (che svolge la funzione di ministra dell’Economia del Land di Berlino) fa sapere che il governo rosso-rosso-verde non smetterà di «proteggere» i residenti dai canoni impossibili: «Berlino non ha competenza sulla politica degli affitti? Vorrà dire che sposteremo il dibattito sull’edilizia sociale direttamente in campagna elettorale, continuando a cercare una soluzione locale alle difficoltà abitative dei cittadini». A partire dall’eventuale aiuto economico pubblico per chi non riuscirà a restituire gli arretrati pretesi dai proprietari.

DEL RESTO, LA CASA a Berlino rimane davvero un sogno per ricchi: nel territorio comunale un appartamento nel 2020 costava in media 4.034 euro contro 3.141 di due anni prima. In testa alla classifica il quartiere-chic di Dahlem con 6.540 euro al metro quadro, seguita da Friedrichshain-Kreuzberg con 5.145 euro e Charlottenburg con 4.984. Le zone più economiche della capitale rimangono i palazzoni sovietici di Marzahn e Hellersdorf (2.687) a Est e gli equivalenti di Spandau nell’Ovest (2.948). Il trasferimento fuori città, finora l’unica soluzione per giovani e pensionati, non è già più un’ipotesi praticabile: nell’hinterland si registrano quasi gli stessi numeri impazziti di Berlino.

Una fotografia come minimo stridente con la campagna mediatica rilanciata proprio ieri dalla Cdu: «Alloggi accessibili grazie alla riduzione della burocrazia, alla digitalizzazione e ai permessi per costruire più velocemente». Musica, per la lobby immobiliare.