Salta un altro cardinale coinvolto nelle indagini sugli abusi sessuali commessi da preti cattolici negli Usa. Si tratta un prelato di primissimo piano: l’attuale arcivescovo di Washington, il cardinale Donald Wuerl, successore del cardinal Theodore McCarrick, accusato a sua volta di pedofilia e a cui papa Francesco ha ritirato la berretta cardinalizia.

Francesco ha accettato le sue dimissioni, già presentate una prima volta nel 2015 al compimento dei canonici 75 anni di età; e poi, dopo essere stato riconfermato dal papa nel suo ruolo (circostanza quasi scontata nel caso dei cardinali arcivescovi), ripresentate lo scorso 21 settembre, dopo le accuse nei suoi confronti contenute nel rapporto del Grand jury della Pennsylvania di metà agosto, un’inchiesta della magistratura che accertato che trecento preti avrebbero molestato e violentato più di mille bambini dal 1947 ad oggi.

Questa volta Francesco ha deciso di “licenziare” l’arcivescovo di Washington (che di qui a poco sarebbe comunque andato in pensione), accompagnando la sua decisione con una lettera, piuttosto irrituale, in cui «ringrazia» il cardinale per il suo gesto e per la sua rinuncia a difendersi distinguendo «tra ciò che significa coprire delitti o non occuparsi dei problemi e commettere qualche errore».

In particolare il procuratore della Pennsylvania accusa Wuerl di aver coperto numerosi preti della diocesi di Pittsburgh (di cui è stato arcivescovo fra il 1988 e il 2006) colpevoli di abusi e violenze sessuali su minori.