Dopo la pubblicazione dell’enciclica ecologista Laudato Si’, papa Francesco arriva a Torino per l’ostensione della Sacra Sindone, che terminerà mercoledì, e le celebrazioni per il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Due giorni, oggi e lunedì, ricchi di appuntamenti, tra strade chiuse e trasporti in tilt. Da due mesi Torino si è riempita di pellegrini e bancarelle con gadget un po’ in antitesi con lo spirito francescano del nuovo pontificato. Per Bergoglio la visita in Piemonte è un ritorno alle origini; il padre era astigiano. È intenso il programma, tredici incontri in 30 ore: dall’incontro con il mondo del lavoro alla visita ai malati del Cottolengo; dal pranzo con i detenuti del carcere minorile Ferrante Aporti, con migranti, senza fissa dimora e una famiglia rom alla storica visita al Tempio Valdese. E lunedì incontro con migranti e rifugiati dell’ex Moi che, dopo la fuga dalla guerra in Libia, occupano le palazzine sfitte del Villaggio Olimpico.

«Il centro storico sarà trasformato – spiega monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino – in una grande basilica all’aperto, dal sagrato del Duomo a piazza Vittorio, dove il papa (dopo la preghiera davanti alla Sindone, ndr) concelebrerà la messa solenne».

Gay Pride a Torino
Gay Pride a Torino

C’è un pezzo di città pronto, invece, alla contestazione. La Rete NoSindone, nata ai tempi della visita di Benedetto XVI, sarà nelle strade per «esserci ed essere come vogliamo, uscendo dal cono d’ombra di un lenzuolo che si stende come sudario di morte sulla libertà di ciascuno e ciascuna di noi». Oggi pomeriggio la Christ Parade anticlericale, «grande festa itinerante dei senza dio», con ritrovo al Castello del Valentino e arrivo in piazza Madama Cristina.

La Rete, che denuncia una continuità «oscurantista» tra Ratzinger e Bergoglio, è formata da centri sociali, anarchici, associazioni lgbt. La critica è dura: «Sotto le parole di apertura e accoglienza, il Vaticano nasconde la solita transfobia, misoginia e omofobia, noi vogliamo smascherare questa ipocrisia», accusa Christian Ballarin del circolo Maurice. Contesta la posizione ondivaga del papa, dall’apertura di «chi sono io per giudicare» alla chiusura di «il gender è colonialismo ideologico». Il Maurice sarà al prossimo Torino Pride del 27 giugno nello spezzone «Degenere» per denunciare la strumentalizzazione mediatica operata dai movimenti ultracattolici che evocano lo spauracchio di una potente lobby gay che inculca nelle menti delle giovani generazioni l’«ideologia del gender».