Una folla di decine di migliaia di persone ha accolto Bergoglio per la messa al Madison Square Garden, l’ultimo appuntamento a New York City dopo il discorso all’Assemblea generale dell’Onu, al memorial di Ground Zero e dopo aver attraversato Manhattan e Central park, sempre atteso da ali di folla, che si è sottoposta ad ore di attesa sotto un sole ancora estivo. Tutta New York è di fatto rimasta in stato di massima allerta per due giorni; transenne ovunque, polizia di ogni corpo agli angoli delle strade, Bergoglio è arrivato al Madison Square Garden in lieve anticipo sul programma, ha salutato i presenti facendo due volte il giro dello stadio a bordo di una auto elettrica ed ha celebrato una messa solo cominciata in inglese e proseguita in spagnolo.

«Ci troviamo nel Madison Square Garden – ha iniziato – luogo emblematico di questa città, sede di importanti incontri sportivi, artistici, musicali, che raduna persone provenienti da diverse parti, e non solo di questa città, ma del mondo intero». Il centro dell’omelia è stato il tema degli invisibili, nominando le cause della loro invisibilità che ancora una volta sono tema di dibattito politico, primo fra questi la sanità e il diritto allo studio, temi che riguardano gli immigrati sì, ma anche molti americani (votanti). «Nelle grandi città, nel rumore del traffico, nel ritmo dei cambiamenti – ha proseguito Bergoglio – rimangono coperte le voci di tanti volti che non hanno diritto alla cittadinanza, non hanno diritto a far parte della città.

Gli stranieri, i loro figli (e non solo) che non ottengono la scolarizzazione, le persone prive di assistenza medica, i senzatetto, gli anziani soli, confinati ai bordi delle nostre strade, nei nostri marciapiedi, in un anonimato assordante». Parole, queste, che nuovamente hanno fatto arricciare il naso ai repubblicani che, dell’abolizione della riforma chiamata Obama Care, per il ripristino di una sanità completamente privata, hanno fatto il proprio cavallo di battaglia, in una lotta unanime e presente nel programma di tutti i candidati alle presidenziali, così come è altrettanto inviso il programma di questa Amministrazione per l’istruzione che agevola gli studi universitari facendo sì che le università pubbliche si comportino come i licei pubblici e diventino accessibili a tutti allungando la possibilità di scolarizzazione fino alla laurea.

Due progetti, questi, che per i repubblicani sono come fumo negli occhi, ragione per cui non devono aver avuto piacere di sentirne ripetere l’aspetto sociale ed umanitario durante l’attesissima messa papale.
Ma le cose possono cambiare velocemente, dopo Washington e New York arriva Philadelphia, terza tappa della visita di Bergoglio, dove raggiungerà Independence National Historical Park, sede dell’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie.

Una prima attività del papa sarà l’Incontro per la libertà religiosa con la comunità ispanica e altre comunità di immigrati dove terrà un discorso sulla libertà religiosa e sull’immigrazione. Poi l’arrivo al Benjamin Franklin Parkway per presiedere la veglia di preghiera della festa delle famiglie. La domenica, dopo l’incontro con i vescovi statunitensi, ci sarà quindi la visita alla prigione Curran-Fromhold ed infine il papa presidierà la chiusura dell’Incontro Mondiale delle Famiglie dove celebrerà la messa.

Proprio a causa di questo fitto programma ci aspettano giornate un po’ più rilassanti per la destra americana che, seppure dovrà probabilmente ingoiare un possibile (e temuto) attacco ai vescovi per l’inazione riguardo al problema della pedofilia ed un altro possibile discorso sulla difesa dei deboli e la funzione del carcere durante la visita ai detenuti, alla fine il fronte conservatore potrà rilassarsi quando l’argomento sarà unicamente la famiglia, perché su questo tema di sicuro le posizioni di Bergoglio non saranno le stesse di Obama che, sin dalla prima volta che si è rapportato al tema, poco dopo essere stato eletto, e ne ha parlato pubblicamente, ha sempre specificato di rivolgersi a «ogni tipo di famiglia, quella con un padre e una madre e quella con due padri o con due madri».

Su questo argomento di sicuro i repubblicani si aspettano di incassare una solidarietà vaticana che fino a Philadelphia si sono vista negare. Tutto questo in una città che quest’anno vede la propria consacrazione tra i luoghi importanti, «dove bisogna essere». Di stampo tradizionalmente democratico, Philadelphia, oltre a questo Incontro Mondiale delle Famiglie, nel luglio 2016 ospiterà anche la Convention democratica, essendo stata preferita come ospite per quest’evento, alla troppo caotica New York.

Sarebbe quindi una soddisfazione finale, per il partito repubblicano, poter rivendicare proprio lì, nella metropolitana Philadelphia, una comunità di vedute con chi, tradizionalmente, è sempre stato sponsor ideale e “compagno di strada”: il papa.