Dopo ore di attesa e confusione, arriva una prima notizia ufficiale: l’incontro che l’assessore Paolo Berdini avrebbe dovuto tenere coi consiglieri della commissione urbanistica di Roma Capitale quest’oggi, non si terrà. La comunicazione che annulla la convocazione non spiega il motivo della decisione. Tuttavia, all’ordine del giorno dell’audizione c’era un impegno non da poco: col Piano esecutivo di gestione 2017-2019 Berdini avrebbe dovuto spiegare la sua idea per tradurre gli «obiettivi politici» della giunta in programma amministrativo.

L’appuntamento era percepito come l’occasione del rilancio dell’assessore, le cui fortune presso i vertici del Movimento 5 Stelle sono altalenanti ormai da mesi. L’esito della sua esperienza, dicono in tanti in Campidoglio, pare ormai segnata dopo la polemica sulle parole intercettate da un cronista della Stampa circa l’inadeguatezza della sindaca Raggi «Forse si è rotto definitivamente il rapporto di fiducia dell’amministrazione con Berdini – ragiona il consigliere Pd Giulio Pelonzi – Crediamo che a ore potrebbe essere annunciato l’addio definitivo dalla giunta».

Questo il clima. Ma non tutto appare deciso. Perché i grillini più accorti sanno bene che rinunciare a Berdini, e magari rompere con lui in maniera vistosa, significa rinunciare alla dote di autorevolezza e affidabilità presso ampi settori dell’opinione pubblica che la sua figura aveva portato all’amministrazione Raggi. Quando il suo nome era comparso sul taccuino del toto-assessori e poi annunciato tra i primi aderenti alla squadra di governo, le quotazioni del M5S erano salite presso ambienti prima difficilmente raggiungibili. La possibile uscita di scena disorienta i comitati ambientalisti, mentre manifesta disagio la sinistra diffusa. Si mobilitano gli intellettuali di diverse generazioni, da Alberto Asor Rosa a Tomaso Montanari: chiedono a Raggi di ripensarci, di non rinunciare al contributo di un urbanista «competente, coraggioso, schierato da sempre a favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione».

Anche per questo motivo la sindaca ha deciso di intraprendere un giro di consultazione dei ventinove consiglieri per soppesare il rischio della successione. È una prassi del tutto insolita per la prima cittadina, che fino a questo momento (anche al netto delle inchieste della procura sulle nomine), ha mantenuto un atteggiamento piuttosto accentratore e poco incline al coinvolgimento degli eletti a palazzo Senatorio. Tra consiglieri e assessori, però, ci sarebbero malumori nei confronti di Berdini considerato «un cane sciolto» che «non fa gioco di squadra». Cosa curiosa, visto che si tratta di uno dei pochi, se non l’unico, assessore che partecipa ciclicamente a momenti di incontro pubblico e assemblee aperte alla cittadinanza.

Inevitabilmente, poi, in questa giornata di passaggio per gli equilibri della giunta si riparla dello stadio della Roma e della complicata trattativa col costruttore Parnasi per costruire una vera e propria cittadella da 900 mila metri cubi di cemento. Ancora una volta, i penstatellati si trovano a dover rendere conto su uno dei temi che hanno sempre sostenuto, quello del consumo di suolo e del no alle grandi opere. Eppure, fonti bene informate dal Campidoglio riferiscono che un ipotesi di accordo, con ogni probabilità sulla testa di Berdini, tra amministrazione e società calcistica c’è. Lo schema descritto da Repubblica assomiglia abbastanza all’ipotesi di compromesso: si scenderebbe a 600 mila metri cubi di cemento (ben oltre i 300 mila circa ipotizzati dall’assessore in bilico) e di fatto si legittimerebbe un progetto che al momento solo al 14% è occupato dall’impianto sportivo. Il campo di gioco e gli spalti, insomma, sarebbero solo un escamotage per aggirare gli strumenti urbanistici.

Daniele Frongia, passato in secondo piano dopo lo scandalo Marra ma assessore allo sport e sempre in ottimi rapporti con Raggi, sarebbe il capofila di questa linea pro-stadio. Lui smentisce: «Non è stato fatto nessun patto – scrive su Fb – Né con Parnasi né con altri. È tutto alla luce del sole con incontri in Campidoglio. Da mesi il dialogo è aperto con la As Roma con cui oggi i nostri tecnici sono al lavoro. Il progetto non è di competenza del mio assessorato, lo seguivo in quanto vice sindaco».

Raggi sarebbe però alla ricerca del successore di Berdini. Ha incontrato Emanuele Montini, esperto di diritto amministrativo, ex coordinatore nazionale di Italia Nostra e già impegnato nell’amministrazione al tempo di Rutelli. Il suo nome circola da tempo, anche come capo segreteria dell’assessorato. Ma non se ne è mai fatto nulla. Anche perché, più di recente, Montini è stato a capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera, suscitando diversi malumori, si dice, circa la sua tendenza a riscrivere gli atti dei parlamentari.