Il risveglio dall’incubo è arrivato ieri mattina alle 5 e 50. Dopo quindici ore di trattativa, la vertenza della Berco si è chiusa con un’intesa tra sindacati e Thyssenkrupp, proprietaria degli stabilimenti siderurgici italiani che producono «componenti per carri cingolati e macchine utensili» venduti per lo più negli Usa e in Germania. Tutti salvi: a Copparo come a Sasso Morelli, a Castel Franco Veneto come a Busano Canavese. Totale: 611 licenziamenti scongiurati.

Proroga di un anno alla cassa integrazione in tutto il gruppo, più tre anni di mobilità: è prevista anche la mobilità volontaria per un massimo di 438 persone, poi si potrà usufruire di un massimo di tre anni di contribuzione, sempre volontaria, coperta da integrazioni aziendali, con esodi incentivati fino a 65 mila euro. Inoltre, saranno «congelati» per due anni alcuni istituti del contratto aziendale (cottimo, controcottimo, premi di produzione e feriale): il loro rinnovo si ridiscuterà a partire dall’ottobre 2015. Lo stabilimento di Busano, nel frattempo, rimarrà in stato di fermo produttivo e i dipendenti saranno sospesi dal lavoro. In un momento successivo, l’azienda e la Regione Piemonte si riserveranno eventuali azioni per la reindustrializzazione del sito e il ricollocalmento del personale. Poteva andare molto peggio, considerando l’impermeabilità a ogni proposta mostrata dall’amministratore delegato Lucia Morselli durante gli ultimi mesi.

«L’accordo – spiega Rosario Rappa, Fiom – prevede una verifica ministeriale prima della scadenza della cassa. Così da verificare se gli strumenti utilizzati avranno determinato l’azzeramento degli esuberi , o se vi sarà invece la necessità di ricorrere ad altro, eliminando qualsiasi ricorso alla mobilità». La situazione, dunque, rimane da osservare ma «la Fiom dà un giudizio positivo», mentre per il sindacato il ministro del lavoro Enrico Giovannini «ha mostrato grande impegno anche nelle ultime difficili ore del negoziato». Il fronte sindacale è arrivato compatto alla meta, malgrado nella notte tra il primo e il due agosto le trattative si fossero interrotte, con il naufragio che pareva ormai imminente. Alla fine, però, è arrivata la sospirata firma.

«Dobbiamo ringraziare – dice Sandro Pasotti, Fim Cisl – i lavoratori e le lavoratrici, che con la loro determinazione hanno consentito di concludere positivamente». Nei mesi scorsi, tutta la comunità di Copparo si era stretta intorno agli operai della Berco, con una memorabile trasferta nella Ruhr per andare a incontrare gli altissimi papaveri del gruppo Thyssen in casa loro. Se sia stato proprio questo a far cambiare idea ai padroni – che volevano licenziare per alleggerire gli stabilimenti italiani e poi venderli più facilmente – non è dato sapere, ma la prova d’orgoglio è stata comunque ricompensata.