Anna Karina Birkenstock e Caspar Amster, due anni fa, prestavano il loro aiuto nel centro per l’accoglienza dei migranti di Colonia. Ben presto, compresero che l’unico mezzo che avevano a disposizione per relazionarsi con i più piccoli erano i disegni. Non rappresentava un gran problema visto che entrambi erano illustratori. Ed ecco nascere l’idea di creare un vocabolario digitale che si avvalesse di parole illustrate e che fosse facilmente a disposizione dei volontari per comunicare in arabo.
Birkenstock e Amster lavoravano già da tempo con la società torinese PubCoder, una start up che si occupa di editoria digitale e il progetto che ne è nato si chiama Benvenuti ABC e unisce innovazione tecnologica, creatività e volontariato al servizio dell’altro.

Centocinquanta sono le parole di uso quotidiano prioritario individuate anche per mezzo di set base indicati dalla Comunità europea. Centocinquanta parole in grado di scaldare il cuore di un bimbo atterrito. È un’opera totalmente collaborativa cui hanno aderito centoventi illustratori nazionali e internazionali che hanno realizzato centonovanta tavole oltre a molti altri professionisti anche del settore audio, le registrazioni sono state realizzate al Lumax Circolo ArciSud, e le letture fatte dagli attori Mattia Garofalo e Giancarlo Judica.
Oltre a moltissime altre preziose partecipazioni. Il dizionario è scaricabile gratuitamente da Apple Store, Google Play Store e Edook, è facile e pensato per essere utile durante la prima accoglienza. La Fondazione Migrantes ha aderito da subito, promuovendone la diffusione capillare partendo dai centri di accoglienza.

Il dizionario è utilizzato con successo anche nella scuola primaria, sui cellulari dei maestri. E proprio dal corpo insegnanti è giunta una nuova richiesta circa la creazione di una versione in cinese del dizionario. Trattasi di una comunità molto chiusa i cui bambini spesso arrivano a scuola senza conoscere una parola della lingua italiana.
Il progetto Benvenuti ABCinese uscirà a breve. «Ogni barriera è ostile e insensata, soprattutto in un paese che si professa democratico – ha affermato Paolo Giovine presidente di PubCoder – i bambini di oggi tra pochi anni saranno ingegneri, ricercatori…ciò che ci spinge è una motivazione di cittadinanza consapevole», che è linfa buona, per tutti.