La città di Roma ha il primo regolamento per i beni confiscati alle mafie. L’approvazione della delibera è avvenuta con il voto determinante delle opposizioni, a causa dell’assenza di diversi consiglieri del Movimento 5 Stelle. Durante la votazione in consiglio comunale, avvenuta il 21 giugno, si è vista anche la sindaca Virginia Raggi. Obiettivo è “dare regole certe nell’acquisizione, gestione e destinazione degli immobili confiscati, che nella Capitale si stimano essere una settantina. Il bene confiscato alla mafia deve essere utile ai cittadini”, ha spiegato la prima firmataria Valentina Vivarelli (M5S). Ad esempio gli immobili in questione potranno diventare centri di aggregazioni per ragazzi, o spazi culturali, sociali, abitativi.

Nella serrata trattativa per definirei l regolamento fondamentale è stato l’apporto della rete dei Numeri Pari, che mette insieme presidi antimafia, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, movimenti di donne, sindacati, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, associazioni, movimenti studenteschi. Le proposte sono state accoltesu alcuni punti decisivi. Si restringono, per esempio, le possibilità lucrative sui beni confiscati, ampliando le possibilità di utilizzo sociale anche all’accoglienza territoriale integrata di persone con status di rifugiato e richiedenti asilo. Cosa che prima non era prevista. Si amplia la possibilità di partecipazione al bando per tutti i soggetti sociali, eliminando i passaggi penalizzanti per quelle realtà che possano aver avuto contenziosi con l’amministrazione. Sono migliorati gli impegni di trasparenza e monitoraggio del riutilizzo dei beni e, ancora, si estendono le durate delle concessioni fino a 12 anni di affidamento possibili. Non si è invece raggiunto un pieno accordo sulla richiesta di una consulta cittadina sui beni confiscati alle mafie.

Margherita Grazioli e Giuseppe De Marzo, della rete dei Numeri Pari, hanno ricordato come la precondizione per sconfiggere le mafie sia la giustizia sociale. “la lotta alle mafie richiede un impegno molto più ampio, una consapevolezza maggiore e, soprattutto, va costruita con il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, a partire dalle realtà direttamente impegnate nel contrasto alle mafie che spesso sono state lasciate solo in questi anni in città” hanno detto.

L’attualità della delibera è stingente. Solo ieri sono stati sequestrati beni per oltre 18 milioni di euro al clan Fasciani, uno dei clan attivo a Ostia. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma ha eseguito il decreto di confisca emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia capitolina. Le indagini, condotte dagli Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, sul patrimonio dei fratelli Carmine e Terenzio Fasciani e dei loro familiari, hanno permesso di accertare come i due avessero accumulato, nel tempo, un ingente quantitativo di Beni mobiliari e immobiliari, in parte intestati ai loro familiari, in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi lecitamente percepiti. Tra i beni confiscati società e una ditta che si occupavano della gestione di bar, locali,ristoranti, panifici, stabilimenti balneari tutte a Ostia, una decina di immobili, terreni, azioni e conti.