I veterani del referendum non demordono, pronta una nuova legge di iniziativa popolare

«Tre anni dopo la vittoria del referendum il movimento per l’acqua c’è e questa manifestazione lo dimostra». Ad aprire il corteo proprio quelle bandiere blu che hanno insegnato ad un paese intero cosa sono i beni comuni e che è necessario lottare per difenderli. Sono tanti i fronti su cui i comitati sono ancora impegnati, prima di tutto l’attuazione dei referendum, disattesi a tutti i livelli. «Stiamo lottando territorio per territorio per la ripubblicizzazione del servizio idrico e contro la nuova tariffazione che, sotto la formula degli oneri finanziari, mantiene di fatto la remunerazione del capitale in bolletta».

Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua bene comune ha poi presentato nuovamente la legge d’iniziativa popolare per l’applicazione del risultato referendario, appoggiata da 200 parlamentari (alcuni democratici, Sel e pentastellati). Ma il movimento per l’acqua è in piazza anche per andare al cuore del problema: le politche di austerity e neoliberiste che impongono le privatizzazioni. «Non abbiamo governi amici ma vogliamo discutere con tutti per raggiungere i nostri obiettivi, ma non possiamo che stare all’opposizione del governo Renzi che applica i dicktat di bilancio imposti dall’Unione Europea».

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Casa. No al «piano Lupi», battaglia senza tregua

E’ stata una settimana intensa per i movimenti per il diritto all’abitare mobilitati da lunedì contro il Piano casa di Renzi e Lupi, in particolare contro quell’articolo 5 del provvedimento che impedisce agli occupanti di casa di prendere la residenza e prevede il distacco delle utenze. «Oggi è importante la presenza dei movimenti per il diritto all’abitare – spiega Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani – Siamo in piazza assieme a tutti quelli che si battono contro le dismissioni e le privatizzazioni, che riguardano anche il patrimonio immobiliare con cui dagli enti locali al piano nazionale si vuole fare cassa». Un piano casa che, denunciano i movimenti – non va oltre qualche palliativo per la drammatica emergenza sfratti mentre continua a regalare affari alla lobby del mattone. «Lunedì torneremo in piazza – prosegue Di Vetta – per far sentire la nostra voce mentre il governo Renzi approverà il piano casa con il voto di fiducia e invitiamo tutti quelli che oggi sono in piazza a partecipare». Con in parlamentari impegnati nella campagna elettorale e il Movimento 5 stelle pronto a dar battaglia, il governo ha posto la fiducia sul provvedimento per evitare brutte sorprese in aula, dopo che venerdì scorso ha rischiato di andare sotto. L’appuntamento dei movimenti è lunedì prossimo per le 16 a Piazza Montecitorio.

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Grandi Navi. «Fuori i mostri dalla Laguna»

La giornata dei comitati «No grandi navi» di Venezia è cominciata sotto il ministero delle Infrastrutture, in piazza Porta Pia, occupando le scalinate dell’edificio per mandando un segnale chiaro al ministro Maurizio Lupi e all’esecutivo: fuori le navi da crociera dalla laguna.

«Ora l’ultima decisione spetta al governo Renzi – dichiara Marco Baravalle uno dei portavoce del movimento veneziano – che purtroppo sembra subalterno alla logica delle grandi opere e alla lobby delle multinazionali delle crociere. La nostra proposta è che sia costruito un porto fuori dalla laguna per tutelare salute e ambiente, daremo battaglia contro l’ipotesi di scavare nuovi grandi canali. Sarebbe come fare passare un’austrada in un bosco».

A dare ragione ai No grandi navi anche la Valutazione d’impatto ambientale, resa pubblica pochi giorni fa e che boccia sonoramente lo scavo di nuovi canali. Dopo il corteo romano i comitati lanciano una nuova manifestazione di protesta: «Diamo appuntamento a Venezia per il prossimo 7 e 9 giugno per due giorni di grande mobilitazione: torneremo a bloccare le grandi navi e la laguna».

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Spazi culturali. Dal Valle occupato all’Angelo Mai liberato, i «podisti» dell’arte movimentano il corteo

Il settore del corteo più movimentato, colorato e rumoroso è quello animato dalla rete dei teatri occupati (tra cui il Valle, Macao, il Cinema Palazzo e l’Angelo Mai) e da diversi centri sociali romani. Dietro lo striscione «Commoners of Europe rise up» e tra le bandiere dell’Europa Pirata, dove tra le stelle è stato aggiunto un jolly roger, sfilano i «podisti per i beni comuni» con apposite pettorine con i nomi di artisti, poeti, scrittori. «Una maniera comunicativa per dire che ‘il movimento fa bene’, e oggi ci siamo rimessi in movimento per dire che gli spazi abbandonati e la cultura sono beni comuni da rivendicare e difendere», spiegano. «L’accesso alla cultura e agli spazi sono una parte importante del movimento sceso in piazza. Non a caso noi al Teatro Valle abbiamo fatto l’esperimento di una fondazione per dire che il teatro che abbiamo occupato non è né pubblico né privato ma comune». Tra un intervento musicale e l’altro, dal microfono si ricorda che «la giornata di oggi si inserisce in una settimana di mobilitazione a livello europeo per dire no alle politiche di austerità a pochi giorni dal voto – spiega Tiziano del centro sociale Esc – C’è sempre più consapevolezza della necessità di riuscire a portare le lotte sui beni comuni, contro le privatizzazioni e per i diritti sul piano continentale: solo così potremo battere la Troika».