Con un discorso di poco più di 25 minuti, tenuto nello sfarzoso edificio centrale del Cremlino, Vladimir Putin ha inaugurato il suo quarto mandato alla presidenza russa. Nel suo discorso Putin ha indicato in «uno stato forte e nella libertà del cittadino le basi per lo sviluppo della Russia», dove l’accento è caduto più sullo «Stato forte» che sulla «libertà». «La via da seguire non è facile, è sempre una ricerca difficile. Ma la storia non perdona solo una cosa: l’indifferenza e l’incoerenza, il rilassamento e l’autocompiacimento, soprattutto oggi, quando siamo a una svolta, immersi in un’epoca di cambiamenti turbolenti in tutto il mondo» ha sottolineato il neo presidente.

È LA «NUOVA DOTTRINA PUTIN» che il presidente sta mettendo a punto da tempo: la Russia conti su se stessa, indipendentemente dalle pressioni internazionali che le piovono e le pioveranno ancora addosso. La guerra fredda 2.0 non è un accidente passeggero e la Russia si deve preparare a un duro e lungo confronto con l’Occidente.
L’appello al dialogo internazionale si ferma alla pura formalità del protocollo: «Sosteniamo una cooperazione equa e reciprocamente vantaggiosa con tutti gli Stati nell’interesse della pace e della stabilità sul nostro pianeta» ha affermato Putin.

Ma la testa dello “Zar” è già all’agenda delle prossime settimane. Il 18 maggio a Soci vedrà Merkel e subito dopo tra il 24 e il 26 maggio nella tradizionale cornice del Forum economico internazionale incontrerà Emmanuel Macron. Con i due leader dell’Unione europea si tornerà sulle questioni della crisi Ucraina, sulla sistemazione della matassa siriana e sull’aggressivo protezionismo made in Usa. Il 5 giugno poi Putin sarà a Vienna dove vuole rafforzare i rapporti, già ottimi, con il governo di centrodestra di Sebastan Kurz.

PUTIN, come già più volte ripetuto, vuole però concentrare la sua attenzione sulla situazione interna del paese, segnata da tensioni che non sempre affiorano alla superficie della vita politica del Paese. «Dobbiamo sfruttare tutte le opportunità, prima di tutto per risolvere i problemi dello sviluppo interno, per aumentare la competitività in quelle sfere che determineranno il futuro. Una nuova qualità della vita, il benessere, la sicurezza, la salute: questo è ciò che è importante oggi, e questo è ciò che è al centro della nostra politica».

UN ACCENTO PARTICOLARE in tal senso, è stato dedicato ai «valori tradizionali» della famiglia. «Particolare attenzione sarà dedicata dalla mia presidenza al sostegno dei valori tradizionali della famiglia, della maternità e dell’infanzia, in modo tale che nascano in Russia tanti bambini desiderosi, sani, intelligenti e di talento». Insomma niente gay-pride a Mosca neppure nel prossimo futuro e finanziamenti a pioggia per maternità e asili nido per provare a invertire la drammatica situazione demografica del Paese.

NEL POMERIGGIO poi Putin ha indicato in Dmitry Medvedev colui che dovrà ancora una volta guidare il governo russo nel futuro. Una scelta di continuità in stile con il personaggio Putin, sempre molto attento a evitare ogni mutamento che possa far saltare equilibri costruiti con pazienza. Non a caso lo stesso Medvedev ha confermato più tardi alla stampa che «i ministri dei principali dicasteri resteranno gli stessi». Ma i più maliziosi sostengono che il sodalizio tra Putin e Medvedev è ormai indissolubile: l’amico Dmitry conoscerebbe fin troppi segreti che si nascondono nei saloni del Cremlino.