Bella senz’anima. Il titolo del brano cult di Riccardo Cocciante ben descrive la 29enne bionda americana Scarlett Johannson, volto da qualche tempo dell’azienda israeliana Sodastream. Prima la giovane diva di Hollywood ha reagito con un secco “no” alle proteste di gruppi internazionali che le chiedevano di rinunciare a pubblicizzare la Sodastream, azienda israeliana che produce apparecchi per realizzare bibite gasate in casa con 25 stabilimenti tra cui uno a Maaleh Adumim, immenso insediamento colonico nella Cisgiordania palestinese occupata. Ora Johansson ha deciso di dare l’addio alla sua missione di ambasciatrice dell’organizzazione umanitaria Oxfam, che svolgeva dal 2005, perchè l’ Ong ha criticato la sua scelta di fare da testimonial a una azienda che opera in violazione del diritto internazionale. “Dimissioni” prontamente accettate da Oxfam. «Abbiamo accettato la decisione di Scarlett Johansson di non ricoprire più il ruolo di ambasciatrice dopo otto anni…Il ruolo di promozione della azienda SodaStream è incompatibile con quello di ambasciatrice mondiale per Oxfam…che si oppone a tutti gli scambi commerciali con le colonie israeliane, illegali in virtù del diritto internazionale», ha comunicato l’ong di Oxford.

Eppure sia la Johansson – che pare intenzionata a competere con gli ultranazionalisti israeliani nella difesa della colonizzazione dei Territori palestinesi occupati -, che l’azienda respingono le critiche sostenendo che il progetto sarebbe volto ad «avvicinare» palestinesi e israeliani. «L’ unicità di Sodastream – spiega con candore Daniel Birnbaum, l’amministratore delegato – è nella sede che si trova in Cisgiordania, nell’area C (il 60% del territorio palestinese sotto il totale controllo dell’occupante, ndr). Siamo in grado di assumere persone di ogni tipo: palestinesi al fianco di arabi israeliani ed ebrei israeliani. Lavorano insieme in pace e armonia e siamo molto orgogliosi di contribuire, a nostro modo alla coesistenza e, speriamo, alla pace di questa regione». Commovente. La realtà è ben diversa da questo quadretto idilliaco fatto da Birnbaum. Sodastream finanzia Maale Adumim contribuendo con le tasse alle casse comunali poi utilizzate per sostenere lo sviluppo della colonia. L’azienda mette insieme operai israeliani e palestinesi ma questi ultimi, secondo gli attivisti del boicottaggio delle colonie, anche israeliani, sono impiegati a condizioni di lavoro molto più sfavorevoli. La bella Scarlett questi “particolari” preferisce ignorarli e nei giorni scorsi, riaffermando la sua piena collaborazione con Sodastream, ha spiegato di aver accettato l’offerta dell’azienda israeliana proprio perchè «promuove la pace e la coesistenza».

Lo spot è stato bocciato, per tutt’altri motivi, anche al Superbowl americano. Fox, l’emittente televisiva che trasmetterà la finale del campionato della National Football League, ha annunciato che manderà in onda la pubblicità. Ai vertici della tv non è piaciuta la frase finale dell’attrice – “Scusate Pepsi e Coke” – che sottintende una superiorità del prodotto Sodastream senza però fornire alcun dato, in violazione delle regole previste per la pubblicità comparativa. All’azienda israeliana legata alle colonie in ogni caso è andata bene perchè il “no” della Fox ha fatto impennare le visualizzazioni (5 milioni) dello spot su YouTube. A rimetterci è stata lei, Scarlett Johansson. Il contratto pubblicitario è da favola ma la sua credibilità è al punto più basso. «…Tu mi rimpiangerai, bella senz’anima», cantava sempre Cocciante. E comunque ci piace di più la vecchia cara idrolitina.