Non si è nemmeno presentata al tavolo al ministero, la Bekaert. La multinazionale belga che di punto in bianco ha deciso di chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno con i 318 dipendenti. Lunedì in un incontro riservato ha ribadito la scelta, proponendo un «piano di mitigation» con buone uscite ai chi si dimetterà riducendo gli esuberi della procedura di licenziamento collettivo già partita. «Ennesimo atto di arroganza», commentano i sindacati, scesi a Roma assieme ai lavoratori, al presidente della Regione Enrico Rossi. Il piano di Fim, Fiom e Uilm ora è «dimostrare che l’azienda fa utili e non va chiusa». «Per questo i lavoratori torneranno a produrre, una sorta di collettivizzazione», spiega Daniele Calosi, segretario Fiom di Firenze.