Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, comunità modello per l’accoglienza, dice che la morte di Becky Moses, la nigeriana di 26 anni bruciata nel rogo del campo di San Ferdinando a Rosarno nella notte tra venerdì e sabato scorsi, «è sulla coscienza della Prefettura».

Mentre il sindaco tiene la sua conferenza stampa, in piazza, nei capannelli dei migranti, è forte e visibile la tensione per la tragica, e quasi annunciata fine della giovane donna. Becky Moses qui a Riace aveva vissuto per due anni ed era conosciuta da tutti. Dice Mimmo Lucano: «La volevano cancellare. Non poteva essere inserita nel progetto Sprar perché la commissione non le aveva riconosciuto, per due volte, lo status di rifugiata. Per le nigeriane è una costante.

Pensano che siano migranti economici. Per questo era stata inserita nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas)». Quello che il sindaco non dice, ma che può essere tranquillamente affermato, è che nel caso delle nigeriane vittime della tratta della prostituzione lo status di rifugiato è concesso solo in cambio di informazioni e delazione. E se da un punto di vista etico è assolutamente ammissibile la denuncia degli sfruttatori, questo comporta drammatiche restrizioni conseguenze sulle vittime come la collocazione in strutture protette e appunto l’obbligo di collaborazione.

Il sindaco di Riace nella conferenza stampa ha spiegato perché si è arrivati alla cancellazione del Cas: «La Prefettura di Reggio Calabria non ci paga da giugno 2016», cioè da quando è stato dato il via alle visite ispettive con annesso avviso di garanzia per presunte irregolarità a carico del sindaco. «Il 12 dicembre – continua il sindaco – sono stato in prefettura a Reggio per sollecitare i pagamenti, anche per l’approssimarsi del natale. Non è umano tenere gente senza luce, senza riscaldamento, senza acqua calda. Non è arrivato alcun riscontro e quindi ho dovuto chiudere in Centro di accoglienza straordinaria. Sono arrivati i pullman e buona parte degli ospiti sono stati trasferiti».

In tanti, all’arrivo dei pullman non hanno trovato di meglio che nascondersi. Becky Moses non si era nascosta, ha rispettato le imposizioni di legge accettando il trasferimento e a causa del doppio diniego di status di rifugiata ha preso la strada che l’ha portata a San Ferdinando. E alla morte.

In questa difficile situazione, a fronte del sabotaggio delle istituzioni, Mimmo Lucano non si arrende, propone alle coop di interrompere i progetti Cas e chiudere i rapporti con la prefettura, per cercare una strategia comune: l’accoglienza spontanea.

Al termine il sindaco si ferma a discutere con alcuni rifugiati e li rassicura che nessuno li manderà via. Ma si tratta di resistere e la resistenza continua.