Per Guido Ostanel, direttore editoriale di BeccoGiallo – casa editrice specializzata in graphic journalism – lavorare quotidianamente per una impresa che compie ora 10 anni di attività (fondata nel 2005 insieme a Federico Zaghis) assume l’esatta percezione di far parte di una squadra. Perché BeccoGiallo è un’esperienza di coraggio e sfida costante, diventata nel tempo «una comunità disseminata sul territorio dall’ultimo lembo di Sicilia fino alle Alpi».

È una rappresentazione del lavoro condotto in questi anni che, con tutta evidenza, attiene a una visione più ampia, ovvero i fumetti prodotti – splendidi e curatissimi in ogni dettaglio – sono l’esito di una pratica fatta da autori, disegnatori, editori, librai e lettori che sono già in interlocuzione politica o che si trovano a esserlo. L’essere comunità racconta allora non solo la vicinanza ma la differenza di essere «un piccolo esercito comunicativo pronto a fare la sua rivoluzione non-violenta», prosegue Ostanel. Questo l’inizio di un ordito che apre il documentario dal titolo Uccellacci! 10 anni di BecchiGialli, a cura di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte (l’anteprima assoluta del film si terrà sabato 10 settembre alle 16 nell’ambito del Milano Film Festival – dall’8 al 18 settembre – presso il Mudec di via Tortona 56 a Milano).

L’attività, l’avventura grande di compagni di viaggio che raccontano in che modo sono approdati alla casa editrice, attraversano le storie di ciascuno e ciascuna per dire che c’è – da sempre – un punto non negoziabile: assumersi il carico di raccontare la realtà. Con le sue asperità e nefandezze, tra le biografie storiche, le stragi, ciò che arriva e che ha bisogno di essere decodificato, quindi le inchieste e la cronaca a cui BeccoGiallo risponde con impegno sociale e politico.

Non si tratta dunque di assistere a una litania muta di volti e nomi, più o meno noti del panorama non solo del fumetto ma dell’attivismo e dei movimenti; da Francesco «Baro» Barilli, Matteo Fenoglio, Alessia di Giovanni, Claudio Calia, a Raul Pantaleo, Claudia Pinelli, Enrica Chiurazzi e tanti altri, nel documentario – della durata di poco più di un’ora – si evince da subito che il mormorio di voci è andato negli anni a inanellare un unicum non solo a livello italiano. Come del resto ricorda anche Elettra Stamboulis, su scala internazionale l’intersezione di fumetto e attivismo mostra in BeccoGiallo una felice eccezione.

I temi affrontati in questi anni sono stati tanti ma soprattutto enormi: da Porto Marghera alla vicenda NoTav in Val di Susa, e ancora Piazza Fontana e Piazza della Loggia, la Thyssenkrupp, il Vajont, L’Aquila e Viareggio. Infine le figure che si sono scelte sono state quelle più scomode, indigeste e radicali: Ilaria Alpi, Carlo Giuliani, Peppino Impastato, Anna Politkovskaja. Tutto per dire che questi 10 anni non sono trascorsi invano e che BeccoGiallo si avvia a spiccare altri voli, come ci si augura, insieme a una comunità sempre più salda, diffusa e consapevole.