Già vi avevamo parlato del duo hip hop Jangy Leeon e Truman Simbio e del loro disco Stato Brado, raccontando di un lavoro che riecheggiava fra gli abissi e l’asfalto. Da poco è uscito il terzo lavoro del milanese Truman Simbio, Spiritualità Delinquenziale, in cui l’autore – un vero despota del freestyle –, superato il primo brano L’aforisma, quadro autobiografico di un geniale sofferente psichico, esce per passeggiare nelle strade e scrivere di getto. Un coinvolgimento emotivo critico e radicale, immediato e maledetto, tormentato e distopico. Una voce mai rassicurante che adopera jazz e beat trasversali per sbaragliare ogni decifrabilità commerciale, strumenti che fanno da corollario ai quattro brani (più intro) registrati e mixati da Wax Killers e masterizzati al Massive Art Studios di Milano. Cinque brani in cui c’è l’orgoglio di essere dall’altra parte perché, come canta Simbio in Il paradiso sotto i piedi: «il muro è indifferente e imbrattato dal lodevole».