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«Be Here Now»: perché gli Oasis devono tornare nuovamente insieme

«Be Here Now»: perché gli Oasis devono tornare nuovamente insiemeOasis

Musica Esce per il venticinquennale una nuova edizione dello storico album della band, in versione cd, cassetta e vinile

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 30 agosto 2022

11 Maggio 1997. Per la prima volta il computer chiamato Deep Blue, batte un essere umano ad una partita a scacchi. Il campione del mondo Garry Kasparov esce sconfitto da quella partita che da quel momento in poi rappresenterà il dominio della tecnologia sull’uomo nel bene e nel male . Subito dopo, il 15 Luglio, viene assassinato, a Miami, Gianni Versace. Nella musica intanto il 21 Agosto del 1997, usciva Be Here Now , terzo album dei fratelli Gallagher. Penserete che il contesto storico non c’entri nulla ma in realtà è centrale. Perché se provate a chiedere a chi allora era adolescente quale fosse il loro gruppo di riferimento, beh sicuramente risponderanno Oasis, con buona pace di quelli alternativi che preferivano i Radiohead e compagnia bella.
Be here now – ristampato in queti giorni in versione rimasterizzata, in vinile, cd e cassetta – arrivava in un contesto storico del tutto nuovo perché segnava un confine, anzi la fine. Stavamo salutando gli anni 90 e in malo modo entravamo nei 2000 e tutto questo i fratelli Gallagher lo sapevano bene. Molti dicono che erano amati e odiati.

NOI QUARANTENNI di oggi, che avevamo quindici/ sedici anni li amavamo e basta: arrabbiati, arrabbiatissimi, alcune volte non sapevano comportarsi. Quella rabbia – a tratti violenta – che proveniva anche da un abuso di droghe e alcol. In più a ogni cazzata che loro si facevano uscire dalla bocca, la stampa non li perdonava. Anzi. Be here now nacque sotto una pressione che non fu facile da gestire, con i fan accalcati sotto le finestre degli studios per cercare di carpire ogni singola nuova nota.

Noi quarantenni di oggi, che avevamo quindici/ sedici anni li amavamo e basta: arrabbiati, arrabbiatissimi, alcune volte non sapevano comportarsi.

LI SEGUIVANO ovunque e i titoli erano già pronti per siglare il loro fallimento musicale. Aspettavano sempre una loro mossa falsa. Ma non fu così. Be here now è dopo 25 anni, in maniera del tutto impressionante, un lavoro musicalmente compatto e senza sbavature. Potremmo descrivere in maniera dettagliata ogni loro canzone a partire da D’ you know what I mean? Però per farvi capire quanto importante sia ancora oggi questo disco basta pensare a All around the world o a Don’t go away. Ma per comprendere appieno il 1997, e tutto il collasso emotivo che ci ha trascinati nei duemila, basta solo l’inizio di Stand by me, la chitarra di Noel che strappa al nuovo millennio l’unica speranza che dopo il loro scioglimento non abbiamo avuto più. Ed è per questo che continuiamo a chiedergli di tornare insieme.

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