Musicista raffinato, profondo conoscitore di strumenti tradizionali ed elettronici, compositore funambolico, capace di passare senza soluzione di continuità dal pop al rock e dal contemporaneo all’ opera, autore di almeno una decina di capolavori e poi ancora regista per il cinema, pittore, e molto altro ancora. Franco Battiato ha di recente pubblicato per la Bompiani un cofanetto, sceneggiatura + dvd di Attraversando il Bardo. Sguardi sull’al di là. Ultimo prodotto di un’annata fortunata che l’ha visto protagonista di un lungo tour che dal prossimo mese di marzo riprenderà, toccando molte città europee tra cui Dublino, Amsterdam, Parigi, Barcellona, Londra, con il Joe Patti’s Experimental Group, progetto elaborato con Pino Pinaxa Pischetola, suo sound engineer di fiducia, che rielabora motivi elettronici cari al Battiato sperimentatore di suoni degli anni ’70: «Dietro la pubblicazione dell’album c’è una storia meravigliosa. Due ragazzi giovanissimi, di non più di 15, 16 anni, mi si avvicinano e mi portano due nastri registrati al Leoncavallo più di trent’anni fa. Come avevano fatto a registrare quei materiali? Li avranno avuti dai genitori, chissà? Ma la domanda restava anche dopo averli ascoltati, soprattutto da parte di Pino che continuava a ripetere sono meravigliosi, hanno un suono che sembra quello di oggi. Così abbiamo remixato tutti i brani».

Tra i suoi progetti in simultanea anche una mostra dei suoi quadri a Modica «che ha avuto lunghe code, moltissimi hanno voluto vedere i miei nuovi ritratti» e che con malcelato orgoglio fa vedere dallo schermino del suo smartphone gli ultimi lavori che ritraggono tra gli altri Willem Dafoe e Giada Colagrande. Amici. E la componente amicale è sempre presente nel lavoro di Battiato, ulteriore dimostrazione è l’autobiografia per procura del designer Francesco Messina Ogni tanto passava una nave. Viaggi e soste con Franco Battiato, uscito sempre per Bompiani. Dunque, dopo l’esordio nel 2003 sul grande schermo con l’autobiografico Perduto amor, film «indisciplinato», si è consolidato e se possibile rafforzato il rapporto tra il musicista e il cinema. Infatti, ci sono stati a ripetizione, dal 2005 al 2007, il beethoviano Musikanten e il doppio esperimento, esclusivamente editato solo in dvd, di Niente è come sembra e di Giuni Russo, la sua figura, di cui disse: «è una sorta di omaggio a un’artista brava e sfortunata, con cui ho avuto il piacere di lavorare. Ho messo insieme spezzoni di filmati esistenti e qualche intervista ad amici e artisti nel tentativo di tracciarne un profilo. Giuni se lo meritava». Proprio su questo territorio «altro» l’artista catanese pare esprimere uno stile personale, perfezionatosi anche nella forma del «ritratto» (vedi Auguri Don Gesualdo documentario dedicato a Bufalino).

«Ho iniziato tardi a fare cinema – e mi piace sperimentare, rielaborando quanto ho imparato in una vita da semplice spettatore. Non ho maestri o particolari punti di riferimento nel lavoro di regia, cerco piuttosto di dire qualcosa di nuovo, di metterci del mio». In attesa di tornare sul grande schermo con un film ad alto budget, il film su Haendel ventilato da tempo «ha – come dice – tutto per poter essere realizzato, sceneggiatura pronta, pure il cast è pronto e non dico chi sono gli attori, perché verba volant, manca soltanto un investimento di un paio di milioni di euro per partire». Nel frattempo gira a documentari a low budget: «Attraverso il Bardo è un film su commissione, ho ricevuto la proposta e sono diventato coproduttore del film andando a mettere la quota mancante ai 50 mila euro iniziali messi dal padre delle danzatrice che apre i titoli di inizio».

Non è un film facile per argomento e struttura, una serie di interviste da Occidente a Oriente, di personalità religiose, legate a più dottrine, scienziati e filosofi d’ogni tendenza, sul tema della morte. Filo conduttore il Bardo Thodol, il libro tibetano dei morti. «M’interrogo spesso sul passaggio alla morte. Come sarà, come prepararsi a questo cambio di esistenza. Ed è stato incredibile conoscere il pensiero di molte persone che sull’argomento tentano di rispondere. Tutti dobbiamo passarci, soltanto che non studiamo assolutamente questo passaggio». Battiato non si sente assolutamente tagliato via dalla crisi attuale, lui autore di canzoni militanti e di denuncia, tanto per citarne una come Povera Patria. «No. Tuttavia e a differenza di quanto si possa pensare, in molti seguono questo progetto, giovani e meno giovani. A me interessa la via spirituale, vado avanti per la mia strada». E invece sul rapporto con il mercato, nella musica e nel cinema? «Me ne importa poco». Vale ancora quello che una disse nell’aver voluto regalare qualche soddisfazione al pubblico, dandogli una carezza nel restituire, da La voce del padrone in avanti, un po’ dell’affetto ricevuto. Mentre «nel cinema mi sento più libero di cercare nuove strade senza pensare del risultato al botteghino…».