Uno su tre. La regola dei test-match autunnali che vuole l’Italia vincere almeno uno dei tre impegni, quello contro la nazione delle isole del Pacifico, e perdere gli altri due contro le grandi dell’emisfero Sud, pare doversi imporre anche questa volta. Quindici giorni fa Samoa è stata sconfitta in quel di Ascoli, buona notizia dopo la pessima annata che ha visto gli uomini di Jacques Brunel sempre e ovunque perdenti. Ma una settimana dopo i pumas argentini hanno conquistato Genova con uno scarto minimo (18-20). Risultato giusto del quale gli azzurri possono rimproverare solo se stessi e i troppi errori commessi nei momenti decisivi della partita. Quando incontri le prime squadre del mondo errori e distrazioni non sono ammessi e il controllo mentale è condizione indispensabile per portare a casa la vittoria. Per quanto abbordabile, l’Argentina resta un avversario superiore all’Italia: più sapienza tattica, più qualità gestuale.

Oggi allo stadio Euganeo di Padova (15.00, Dmax) il trittico d’autunno si chiude con la sfida al Sudafrica. Le chances di un successo azzurro sono pari allo zero virgola qualche cosa. Gli Springboks occupano il secondo posto nel ranking mondiale, in estate sono riusciti a interrompere la striscia quasi infinita di successi degli All Blacks e negli undici precedenti contro l’Italia non solo hanno sempre vinto ma hanno dominato in lungo e in largo. Il loro tour europeo è cominciato malissimo con la sconfitta (15-29) contro l’Irlanda ma sabato scorso sono andati al Twickenham e hanno battuto gli inglesi (31-28) in un match combattutissimo. La distanza tra noi e loro, tra il rugby sudafricano e quello italiano, rimane insuperabile e nessuno si aspetta sorprese, semmai una bella partita e altri convincenti progressi di Parisse e compagni in vista del prossimo Sei Nazioni e del mondiale che verrà tra meno di un anno.

Forza e potenza, questo il marchio di fabbrica degli Springboks, e lo è da sempre, certamente da quando, ben oltre un secolo fa, il pallone ovale fece per la prima volta la sua comparsa in quelle terre. Era roba inglese ma i boeri ci misero del loro, declinando il gioco con una certa inusitata brutalità. Quei contadini e allevatori cotti dal sole degli altipiani e usi a una vita tosta plasmarono un rugby duro e spietato a propria immagine. E tale è rimasto, nonostante le nuove regole, l’evoluzione tecnica e gli standard di uno sport che tende a livellarsi. “E’ la carica dei bufali”: questa la perfetta definizione che un commentatore neozelandese mi diede del gioco dei bokke durante il quarto di semifinale contro l’Australia dei mondiali del 2011. Si giocava a Wellington e gli australiani ebbero la meglio seppur di poco. Ma gli assalti sudafricani quello sembravano: una carica bestiale destinata a travolgere e triturare ogni difesa. “Il loro è paleo-rugby,” ironizza qualcuno sottolineando come dal 2007 in poi gli Springboks abbiano finito per soffrire la supremazia degli All Blacks, più moderni e innovativi. C’è del vero in questa critica, ma intanto il Sudafrica resta una squadra nettamente al di sopra di quasi tutte le sue avversarie.

La formazione che vedremo in campo oggi è un bel mix di giovani ormai affermati e di esperti veterani. A 37 anni Victor Matfield ha deciso di regalarsi ancora qualche bella soddisfazione a livello internazionale e con lui ci sono altri reduci del titolo mondiale del 2007 come il capitano Jean de Villiers e le ali JP Pietersen e Bryan Habana, due dei quattro neri schierati titolari (gli altri sono il flanker Oupa Mohoje e il pilone Trevor Nyakane). Sulla questione della presenza dei neri in squadra, e più in generale della scarsa diffusione del gioco nelle township, la polemica è tuttora viva e Alias ne ha riferito la scorsa settimana.

Nell’Italia c’è un solo cambio rispetto al match di sabato scorso. Samuela Newa Vunisa, 26 anni, sangue figiano e formazione rugbystica neozelandese (Taranaki), da qualche anno in forza a Calvisano e ora alle Zebre, fa il suo esordio nel ruolo di terza linea al posto di Simone Favaro. “Eleggibile” in azzurro come Kelly Haimona, il nostro mediano di apertura che sta dando qualità e sostanza al gioco della nazionale in questi test autunnali. Giocano: Masi; McLean, Campagnaro, Morisi, Sarto; Haimona, Gori; Parisse, Vunisa, Zanni; Furno, Geldenhuys; Catrogiovanni, Ghiraldini, Aguero.