Bernie Sanders ha presentato una risoluzione per bloccare una vendita pianificata di armi a Israele per 735 milioni di dollari.
«In un momento in cui le bombe prodotte dagli Usa stanno devastando Gaza e uccidendo donne e bambini, non possiamo semplicemente lasciare che un’altra enorme vendita di armi vada avanti senza nemmeno un dibattito al Congresso – ha dichiarato Sanders – Credo che gli Stati uniti debbano aiutare ad aprire la strada a un futuro pacifico e prospero sia per gli israeliani che per i palestinesi. Dobbiamo esaminare attentamente se la vendita di queste armi stia effettivamente aiutando a farlo, o se stia semplicemente alimentando il conflitto».

La risoluzione di Sanders cerca di fermare la vendita di munizioni ad attacco diretto congiunto e bombe di piccolo diametro; già mercoledì una risoluzione simile era stata presentata alla Camera dai democratici Alexandria Ocasio-Cortez, Mark Pocan e Rashida Tlaib, riscuotendo il favore dei moderati dem. Ora anche senatori tradizionalmente molto moderati come Bob Menendez e Tim Kaine, sul conflitto in corso si sono spostati su posizioni più simili a quelle di Warren e Sanders.

Questo segna un cambiamento sostanziale su un tema tradizionalmente immobile, su cui solo pochissimi democratici di estrema sinistra si erano espressi dichiaratamente in opposizione a Israele. Ora è un personaggio come Menendez, presidente della Commissione per le relazioni estere del Senato e forse il più ardente sostenitore democratico di Israele al Senato, a rilasciare dichiarazioni molto critiche dopo che gli attacchi aerei hanno distrutto l’edificio a Gaza City che ospitava gli uffici dell’Ap e di al-Jazeera.

Quella presentata da Sanders è una cosiddetta «risoluzione privilegiata», il che significa che per la sua approvazione in Senato basta la maggioranza semplice. Ma se Biden dovesse mettere il veto occorrerà una maggioranza di due terzi in entrambe le camere.