Basta poco per scrivere castronerie. Per esempio, basta leggere un articolo, basta non capirci nulla e basta citarlo a sproposito per fare un clamoroso autogol. È il caso di un recente post (13 luglio) apparso sul sito ufficiale del Comitato del Sì – il cui slogan è «Basta un Sì» – in cui si cita un intervento di Anna Falcone, vice presidente del Comitato per il No, per difendere la bontà della riforma costituzionale in materia di pari opportunità tra uomo e donna.

Peccato che nel citato articolo, Anna Falcone dicesse esattamente il contrario. Nel post si legge infatti che «uno dei principi fondanti della riforma costituzionale soggetta al voto referendario» è «la promozione dell’equilibrio tra donne e uomini nell’accesso alla rappresentanza politica, sia per il Parlamento (articolo 55 della nuova Costituzione), sia per i consigli regionali (articolo 122). Come ad esempio sottolinea Anna Falcone, ricercatrice dell’Università della Calabria, in un articolo dello scorso febbraio per la rivista dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, si tratta «di un problema non più di riconoscimento formale dei relativi diritti e libertà, ma di democrazia sostanziale».

Purtroppo per loro, però, se avessero continuato a leggere si sarebbero accorti che nel testo citato Anna Falcone – che è avvocato cassazionista e dottore di ricerca esperta in diritto costituzionale e non ricercatrice dell’Università della Calabria – spiega con estrema chiarezza che persino sul versante delle pari opportunità la riforma costituzionale peggiora e indebolisce la legislazione esistente. Sarebbe bastato (è il caso di dire) leggere questo passaggio: «In particolare, l’art. 55 novellato si porrebbe in linea con la portata della norma di cui all’art. 51, comma 1, nulla aggiungendo al principio di pari opportunità nell’esercizio del diritto di elettorato passivo fra uomini e donne….».

Quanto al nuovo art. 122, «sembra allinearsi con la più timida ratio e con il tenore ben più blando del principio di «pari opportunità» introdotto con la riforma del 2003 all’art. 51, 1° comma Cost», dal momento che «si andrebbe a sovrapporre alla competenza delle Regioni stabilita dalla legge n. 215 e, prima ancora, dalla disposizione da cui promana: l’art. 117, 7° comma. Un precetto, quest’ultimo (…) molto più stringente del più blando principio di equilibrio nella rappresentanza di genere introdotto nel nuovo primo comma dell’art. 122 Cost. … L’art. 117, 7° comma, infatti, rappresenta un’avanguardia e un unicum costituzionale nell’affermazione del principio paritario – e non solo di pari opportunità – fra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive pubbliche».

In breve: la riforma Renzi-Boschi o non aggiunge nulla o peggiora la situazione! Basterebbe leggere…Sempre che l’intento sia informare e non mistificare volontariamente.

Già, informare. È con questo scopo che il Comitato del No Piemonte-Valle D’Aosta nei giorni scorsi ha scritto alla sindaca Appendino, per chiedere che il comune organizzi iniziative per sensibilizzare e informare i cittadini su modifiche «che vanno ad intaccare profondamente l’organizzazione della vita democratica del Paese». La risposta è già arrivata: un primo veloce incontro si è svolto ieri; uno più dettagliato è in agenda per settembre.

E prosegue la mobilitazione:

Livorno: oggi, ore 21, serpentone umano per dire No – Via del Porticciolo.

Donoratico (Li): oggi, ore 21,30, dibattito con Giovanni Luseroni e Fabrizio Callaioli; domani, ore 21,30, dibattito con Gianluigi Pegolo e Rossano Pazzagli; domenica, ore 21,30, dibattito con Giorgio Cremaschi e Sergio Bellavita – Parco delle Sughere, Via Vecchia Aurelia, 1.

Collevecchio (Ri): domani, ore 18,30, dibattito con Franco Russo – Piazza Vittorio Emanuele II.

Isola di Varano (Fg): oggi, ore 21, assemblea pubblica – Riot Village