Seguire le linee guida del Cts e del ministero della Salute: il premier Draghi si è presentato ieri pomeriggio in conferenza stampa per rassicurare gli italiani dopo le nuove linee guida stilate mercoledì notte sull’utilizzo di Astrazeneca. «La raccomandazione è usarlo per chi ha più di 60 anni» ha spiegato il premier lasciando a Franco Locatelli, coordinatore del Cts, il compito di puntualizzare: «Resta l’autorizzazione all’impiego dai 18 anni in su. Terminate le categorie più a rischio, chi vuole può utilizzarlo perché ha dimostrato di essere efficace. La scelta fatta mercoledì fa riferimento a eventi inusuali ma rari, 86 casi su 25 milioni di vaccinati. La raccomandazione è di farne un uso preferenziale per coprire i più fragili ed evitare che soggetti sotto i 60 abbiano complicanze».

LA PRIORITÀ è immunizzare gli over 60 e i fragili: «Bisogna smettetela di vaccinare i giovani. Basta con le platee di operatori sanitari che si allargano fino a includere psicologi trentenni, lasciando esposti categorie a rischio di morte» l’accusa di Draghi (suscitando la reazione dell’Ordine). Nonostante le difficoltà su Astrazeneca e la tabelle del piano Figliuolo che continua a vacillare, il mantra resta lo stesso: «Non ho dubbi – ha proseguito -, ad aprile possiamo finire gli over 80 e la gran parte degli over 75 in tutte le regioni. Anche le 500mila dosi al giorni sono realizzabili. Il commissario Figliuolo rimodulerà il piano ma non ci saranno grandi modifiche».

TEMA FORNITURE: «I vaccini autorizzati che arriveranno in questo trimestre e nel prossimo bastano per concludere la campagna di immunizzazione. Ma avremo ancora bisogno di dosi per contrastare le varianti, i prossimi contratti che l’Ue siglerà saranno fatti meglio di quelli sottoscritti finora. I problemi maggiori li abbiamo avuti solo con Astrazeneca, che sembra vendersi le forniture due o tre volte. In ogni caso i rapporti continuano e il crollo di fiducia è minore del previsto». Quanto a bloccare le esportazioni: «Il meccanismo varato dall’Ue prevede la concomitanza di fattori come un eguale blocco dall’altro lato o una situazione pandemica molto migliore, non credo che verrà attivato».

NODO SPUTNIK. Il Veneto e il Lazio verrebbero usarlo, la Campania ha firmato un precontratto per 3,5 milioni di dosi subordinato all’autorizzazione dell’Ema. Anche la Germania potrebbe acquistare il farmaco russo. Draghi tira il freno a mano: «Vediamo prima se verrà autorizzato, le capacità produttive attuali sono molto limitate, viene realizzato per il 40% in Russia e il 60% in una varietà di siti internazionali. Bisogna tenere contro dell’efficacia con le varianti, la qualità della produzione e distribuzione. Scelta complessa ma non c’è una proibizione».
Il piano vaccini verrà riassestato e intanto si prosegue con il pallottoliere alla mano: da aprile a giugno dovrebbero arrivare 17 milioni di dosi Pfizer; tra le 400mila e le 500mila del monodose J&J ad aprile ma oltre 7 milioni nel trimestre; 4,65 milioni di dosi da Moderna; 10 milioni da Astrazeneca. «Mercoledì sono state inoculate 290mila dosi – ha spiegato Figliuolo -. Bobbiamo arrivare a 500mila, ci possiamo arrivare». Molto ottimismo. Se però alziamo lo sguardo, la Francia ha toccato le 437mila vaccinazioni in 24 ore, la Spagna 453.682.

L’UTILIZZO DI ASTRAZENECA ieri ha dovuto ancora fare i conti con la paura. In Puglia c’è stato un tasso di rinunce del 40%. Si sono toccate punte del 50% in Sardegna, soprattutto tra gli insegnanti. Calo di circa il 20% in Piemonte. In Lombardia adesioni basse dei cittadini tra i 75 e i 79 anni, forse disorientati. In Campania le immunizzazioni hanno superato il milione, ma il presidente De Luca: «I cittadini sono giustamente preoccupati». E sulle forniture: «Siamo stati penalizzati, ci mancano 175mila dosi».

I sieri sono l’unica strada per riaprire le attività economiche e liberare gli ospedali, che per il secondo giorno di fila hanno fatto segnare un miglioramento. Sono stati 17.221 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 362.162 test. Tasso di positività al 4,7%. I decessi sono stati 487. Ancora in calo i ricoveri: in terapia intensiva 20 pazienti in meno, 3.663 in tutto; nei reparti ordinari meno 465 unità, per un totale di 28.851. In isolamento domiciliare 511.816 persone. La regione con più casi è stata la Lombardia (2.537) seguita da Puglia (1.974), Campania (1.933) e Piemonte (1.661). Oggi ci sarà il monitoraggio dell’Iss, Emilia Romagna, Friuli VG, Lombardia, Piemonte e Toscana sperano nell’arancione, la Sardegna si avvicina al rosso.