Al teatro Augusteo ieri mattina Antonio Bassolino ha detto cosa si aspetta dal Pd: «Cancellare il voto nei seggi dove si è violata la democrazia e violentata la Costituzione». Eliminare cioè i cinque gazebo, oggetto dei video di Fanpage e contestati nel primo ricorso (bocciato mercoledì scorso), dal calcolo complessivo: sottraendo quei voti, otterrebbe il ruolo di candidato sindaco della coalizione di centrosinistra a guida dem. «Bisogna cancellare una vergogna, un’offesa alla dignità di 30mila votanti delle primarie – ha proseguito -. C’è ancora la possibilità di ribaltare un autogol, di evitare un nuovo possibile suicidio del Pd».
Il teatro era pieno, circa 1.500 persone radunate per sostenere il secondo tempo di una battaglia che si annuncia lunga, così Bassolino ci scherza su: «Ci sono quasi tutti gli iscritti al partito». Il tesseramento del 2014 ne contava 2.800. In sala il suo stato maggiore a cominciare dal consigliere regionale Antonio Marciano, in prima fila, e l’eurodeputato Massimo Paolucci (fedelissimo di Massimo D’Alema) a coordinare l’organizzazione dietro le quinte. E poi tanti ex assessori, pezzi di apparato dell’epoca bassoliniana, arancioni delusi come Pina Tommasielli e Bernardino Tuccillo. Uno striscione sopra la platea segnalava la presenza dei supporter di San Giovanni a Teduccio, una volta quartiere operaio, da sempre feudo dell’ex governatore. Alle primarie il consigliere comunale della zona, Antonio Borriello, fedelissimo di Bassolino, ha però scelto all’ultimo minuto Valeria Valente: immortalato nel video finito in rete, rischia il deferimento agli organi di garanzia del partito.
Nessun accenno alla lista civica, ma la possibilità resta sul tavolo: «Aspettiamo l’esito del ricorso e poi vediamo» spiega dal palco. Il vicesegretario nazionale, Lorenzo Guerini, venerdì è arrivato in città per parlare con Bassolino, svelenire il clima, soprattutto prendere tempo ed evitare strappi. «Non sono in campo per far perdere il Pd o per perdere io – ha proseguito l’ex governatore -. Combatto per vincere. Domenica sera siamo arrivati a un’incollatura, vincendo politicamente e moralmente. E anche numericamente, se si dicesse la verità su quei seggi».
Stamattina si dovrebbe riunire il comitato delle primarie che dovrà valutare il secondo ricorso, l’esito tuttavia potrebbe slittare a domani. Nel caso di rigetto, ci sarà un nuovo appello agli organi nazionali. Intanto Bassolino prova a tenere alta la pressione sul partito: «Non può esserci un colpo di spugna burocratico, la questione è democratica. Abbiamo bisogno di verità per Napoli, la politica e l’opinione pubblica italiana. Finora ci hanno risposto con cavilli, sentenze preconfezionate tra Roma e Napoli. I ragazzi di Fanpage sono da ringraziare». Un discorso molto duro che, però, nasconde una contraddizione: durante le primarie del 2011, annullate per sospetti brogli, ne chiese comunque la convalida.
Nessuno strappo ma con la dirigenza dem resta un forte gelo: «L’Italia delle primarie non può essere quella dei codicilli. Non lo è stata quando ha vinto Renzi, che io ho votato. I vertici del partito e di Palazzo Chigi riflettano e intervengano. Attendo con fiducia l’esito del nuovo ricorso. Domenica sera mi sarei aspettato, un po’ ingenuamente, che squillasse il telefono da Napoli e Roma per dire ’grazie Antonio, hai contribuito a far vivere la politicaì. Invece niente».
L’unica contestazione arriva dal Comitato cassintegrati e licenziati Fiat: vestiti da pulcinella, si sono presentati in quattro all’Augusteo per promuovere la loro lista operaia alle prossime comunali. I toni forti contro l’ex governatore non sono piaciuti, i supporter di Bassolino li hanno spintonati via.
La battaglia per adesso è in stallo: Valeria Valente, uscita vincitrice dalle urne con 542 voti, attende in silenzio l’esito del nuovo ricorso ma chiede di visionare i video completi sospettando che si sia scelto di danneggiare una parte sola. Bassolino è deciso a non fermarsi.