Antonio Bassolino ha presentato ieri il ricorso numero tre contro le primarie: chiede che si rivoti nei seggi contestati. La domanda è stata presentata alla commissione nazionale di garanzia del Pd. Una decisione che contraddice il regolamento delle primarie che Bassolino ha sottoscritto, accettando di rispettare le decisioni della commissione locale. Inoltre, la competizione ha coinvolto altri partiti e ora si chiede al Pd di decidere anche per loro. «Un ricorso nella sede impropria – il commento trapelato dalla segreteria dem a Roma -. Lo ha fatto per stare un altro giorno sui giornali. Sui brogli lasciamo stare, diciamo che è stato fortunato che nessuno ha ripreso i suoi ai seggi».

Le cinque sezioni contestate sono quelle oggetto del video di Fanpage e dei ricorsi già bocciati. Due le novità inserite ieri: i precedenti (le primarie napoletane annullate del 2011 e quelle liguri del 2015) e il sospetto di ingerenze politiche. In particolare, si contesta di aver affidato la decisione sui ricorsi a un organo politico, il comitato per le primarie, invece di istituire una commissione. Bassolino sottolinea l’irritualità della presenza, durante il primo ricorso, del segretario provinciale e «la gravità dell’intervento dei rappresentanti nazionali del partito, che hanno espresso giudizi sulla regolarità» del voto. Domani con i suoi deciderà le prossime mosse.

«Antonio si considera un attaccante che vuole segnare. Ma rischia un autogol clamoroso. Accetti il responso e lavoriamo ‎insieme» si leggeva ieri sulla pagina facebook di Valeria Valente, la vincitrice. E in un secondo post: «Quella che doveva essere una festa democratica è stata in parte svuotata del suo significato più importante: sprigionare un entusiasmo contagioso». Sondaggi Index Research danno il Pd al 10%, 5 punti sotto le rilevazioni precedenti. Bassolino replica: «Cercano alibi per giustificare preventivamente una sconfitta. Io voglio vincere».