Volare economico può costare caro, soprattutto in termini di sicurezza. È quanto emerge da un sondaggio commissionato dal sindacato Ryanair pilot grup (Rpg) e pubblicato sul Financial Time lo scorso lunedì. Dall’indagine condotta su un migliaio di piloti (circa un terzo dell’organico) risulta che l’89% di coloro che siedono dietro le cloche della compagnia irlandese considera «non trasparente» la cultura aziendale relativa alla sicurezza; il 67% dichiara di non poter segnalare serenamente alla direzione questioni riguardanti la sicurezza dei voli, mentre un poco rassicurante 94% ritiene necessaria una valutazione esterna sull’incidenza delle norme aziendali rispetto ai rischi della navigazione aerea. «La maggior parte dei piloti Ryanair – spiega Evert Van Zwol, presidente del sindacato Rpg – non è assunta direttamente, bensì attraverso agenzie. Le ore di lavoro non sono regolamentate e vengono dati incentivi per aumentare la produttività». Un sistema che premia chi sa adattarsi alla linea aziendale e penalizza fortemente chi invece la contesta. È successo, ed esempio, lo scorso aprile ai firmatari di una petizione per un controllo indipendente sulle condizioni contrattuali, minacciati di licenziamento dalla direzione dell’aereolinea. Sul capitolo sicurezza, Ryanair ha smentito nettamente l’Rpg, sindacato che – come tutte le altre associazioni di categoria – la compagnia non riconosce. In un comunicato, la low cost definisce inesatti i risultati dell’inchiesta, accusando l’Rpg di essere un megafono della European cockpit association (Eca), una sigla che raggrupperebbe i sindacati dei piloti delle compagnie concorrenti di Ryanair. Secondo la low cost, si tratterebbe dunque di una congiura «fabbricata» per danneggiare la compagnia. «L’Eca – ha fatto sapere la direzione dell’aereolinea – non ha contattato tutti i 3.000 piloti di Ryanair, pertanto il sondaggio manca di indipendenza, obiettività e affidabilità». Non è la prima volta che il vettore irlandese finisce al centro di polemiche sulla sicurezza: recentemente è uscito persino un libro di un ex pilota della compagnia dall’eloquente titolo Ryanair, low-cost, mais à quel prix? (Ryanair, low cost, ma a che prezzo?) che punta il dito su un modello di gestione aziendale basato sull’ottimizzazione dei costi. «Preoccupazioni che non hanno motivo di esistere», dice la compagnia, e che l’Eca userebbe per «ottenere la rappresentanza sindacale che non è riuscita ad avere in 25 anni. Abbiamo una storia immacolata che ci allinea alle compagnie più sicure d’Europa». Altre accuse piovono dalla Spagna. L’agenzia on-line di viaggi Rumbo ha accusato Ryanair di aver gonfiato i prezzi dei biglietti per Santiago di Compostela all’indomani della tragedia ferroviaria avvenuta nei pressi della capitale galiziana. L’azienda smentisce e promette battaglia. L’ennesima.