Ancora nessuna visita alla base Nato di Incirlik per i deputati tedeschi. Ieri per la seconda volta dal 2016 il governo turco ha negato l’accesso alla delegazione di parlamentari del Bundestag incaricati di ispezionare l’installazione militare che ospita sei Tornado della Luftwaffe.

«Visita inopportuna in questo periodo» spiegano i diplomatici turchi mentre la Germania minaccia il trasferimento dell’intero contingente (circa 250 soldati) nella più affidabile Giordania. «Il dialogo tra Berlino e Ankara non si ferma» tengono a precisare alla cancelleria ma il governo guidato da Angela Merkel è pronto a «intraprendere nuove e alternative strade» tra cui appunto la via verso Amman oppure il Kuwait. Dopo il fallito colpo di Stato contro Erdogan la base aerea di Incirlik (utilizzata dai golpisti) rimane al centro della crisi tra l’Alleanza atlantica e la Turchia, acuita dal divieto di propaganda al referendum costituzionale pro Sultano in Olanda e Germania e dalla richiesta di estradizione nella Repubblica federale del giornalista turco-tedesco Deniz Yucel in carcere ad Ankara da marzo con l’accusa di terrorismo.
«Il veto di Erdogan è inaccettabile» fanno sapere al ministero degli esteri guidato dall’ex leader Spd Sigmar Gabriel, dove studiano comunque la via di uscita diplomatica «per far cambiare idea alla Turchia».

Non sarà facile: la ritorsione di Ankara contro l’alleato della Nato è legata a doppio filo alla concessione dell’asilo politico ai militari turchi di stanza in Germania e soprattutto al riarmo dei curdi in Siria e Iraq in funzione anti-Isis assicurato dagli Usa. In più il segretario generale Nato Jens Stoltemberg ha ricordato che «l’Alleanza in questo frangente non ha alcun potere: spetta ai singoli partner concedere i nulla-osta per ispezionare le basi».