Pietro Bartolo è stato per 30 anni il medico di Lampedusa, dove ha curato migliaia di migranti. Nel 2019 ha fatto incetta di voti ed è diventato europarlamentare con il Partito Democratico nelle elezioni a cui l’ex sindaco di Riace, in quel momento libero ma in attesa del rinvio a giudizio, scelse di non candidarsi. «Lucano ha fatto onore all’umanità intera», afferma.

Cosa ha pensato quando ha saputo della condanna?

Sono fortemente dispiaciuto per una sentenza del genere. 13 anni e 2 mesi significano praticamente l’ergastolo per una persona onesta, che non ha fatto niente. Mimmo Lucano ha potuto sbagliare qualche atto amministrativo, ma non ha rubato, né si è arricchito. È una persona povera che ha dato la vita per i più deboli, i più fragili. Ha creato qualcosa di straordinario per le persone che arrivavano dall’altra parte del mondo, qualcosa che tutti hanno riconosciuto. A un certo punto, però, non è andato più bene. La sentenza è incredibile, spropositata e inadeguata. Lo ha molto toccato e ferito. Sono certo che in appello la verità verrà fuori e lui uscirà pulito.

È stupito della sentenza di colpevolezza o della portata della pena?

Di entrambe. Può aver sbagliato degli atti amministrativi, ma ha sempre lavorato a fin di bene. Così tanti anni di carcere non sono stati dati neanche a molti mafiosi. È veramente incredibile. Tutta l’Italia è indignata, tranne chi ha goduto di questa sentenza. E non voglio fare nomi.

Sull’immigrazione il dibattito è estremamente polarizzato. Quale significato politico avrà la decisione del tribunale di Locri su tutti quelli che si battono per politiche di soccorso e accoglienza differenti?

Il problema del dibattito politico non è la sentenza, ma la narrazione che in questi anni è stata fatta dei fenomeni migratori. La maggior parte di chi si mostra ostile ai migranti è ingannato da un racconto pieno di menzogne. Non c’è nessuna invasione, i migranti non vengono qui a delinquere o rubare il lavoro. Nei miei 30 anni di attività ne ho accolti e visitati tantissimi. Sono uomini, donne e bambini in fuga dalla morte, non rappresentano un pericolo. La responsabilità di questa situazione è della politica, di una campagna elettorale continua sulla pelle degli ultimi e di un’Unione Europea che attraverso il regolamento di Dublino scarica tutto sui paesi di approdo. Mimmo aveva capito che si tratta di un fenomeno strutturale, che non si affronta con i muri, il filo spinato e i rimpatri. Per questo ha provato a far rinascere il suo paese e garantire dignità ai nuovi arrivati. Ha fatto onore all’umanità intera e preferito rimanere nella sua cittadina rinunciando a offerte politiche eccellenti.

Alle europee del 2019 avrebbe potuto candidarsi sia con il Pd che con le forze più a sinistra. L’elezione gli avrebbe garantito l’immunità parlamentare. Ma rifiutò. Ebbe modo di confrontarsi con lui su quella scelta?

Sì, non gli interessava. Avrebbe potuto candidarsi ma non per l’immunità, per fare il parlamentare europeo e avere una posizione diversa da cui incidere maggiormente su questi temi. È la scelta che ho fatto io in quell’occasione proprio per continuare a occuparmi delle migrazioni. Lui ha rifiutato perché aveva da fare con le persone che aveva accolto. Voleva rimanere con loro. Mimmo ha rinunciato a tutto, anche all’immunità.

Lei è stato a Riace. Cosa ha visto?

Ho visto un paese straordinario, delle persone accolte nella bellissima esperienza del Villaggio Globale e molto unite con la popolazione locale. Ho visto che raccolgono la spazzatura con gli asinelli. Ho visto un esempio di grande civiltà che dimostra che è possibile affrontare il fenomeno delle migrazioni attraverso le buone pratiche dello Sprar e dell’accoglienza diffusa. Mimmo sapeva che questa via era possibile, perciò ha dato fastidio a qualcuno e oggi si è ritrovato nel tritacarne.

Lucano è stato descritto come un buono che si è montato la testa e per questo è finito in un grosso guaio. Le sembra una descrizione corretta?

Se Mimmo si fosse montato la testa sarebbe andato in Europa o dove gli hanno offerto poltrone.

Domani in Calabria si vota e Lucano è capolista in una delle sei liste che sostengono Luigi de Magistris. Per il combinato della sentenza e della legge Severino al momento non potrà sedere in consiglio regionale. Lo voterebbe lo stesso?

Sì, stimo Mimmo e sono certo che uscirà pulito da tutta questa vicenda. Può aver compiuto errori di umanità, ma non di interesse.