Migranti sì, migranti no. Il dubbio aleggia sul versante messinese dei Nebrodi da giorni. L’accordo tra Anci e Viminale sulle quote da distribuire è mal digerito dai comuni montani, dove finora di rifugiati se ne sono visti ben pochi.

Non potendo tirarsi indietro, alcuni sindaci hanno cercato di trovare un accordo con la prefettura di Messina ma poiché i comuni coinvolti sono una cinquantina l’intesa non c’è stata. E la prefettura, con l’arrivo in massa di rifugiati, ha deciso di agire in fretta temendo perdite di tempo eccessive, nonostante alcuni sindaci si siano messi a disposizione per l’accoglienza.

Quanto accaduto al confine tra Castell’Umberto e Sinagra, in tutto 5mila abitanti, è il sintomo di un corto circuito istituzionale, sulla pelle dei rifugiati.

Quando l’altro ieri il prefetto di Messina, Francesca Ferrandino, gli ha comunicato, intorno alle 22, che alcuni migranti stavano per essere ospitati nell’hotel Il canguro, Vincenzo Lionetto Civa, sindaco di Castell’Umberto – 3mila abitanti – ha indossato la sua fascia tricolore e con la propria auto s’è precipitato in piena notte davanti all’albergo nel tentativo di bloccare gli ingressi, chiamando alle barricate alcuni suoi concittadini con un repentino giro di telefonate.

Ma al suo arrivo i rifugiati erano già dentro, assistiti dal personale di una cooperativa di Palermo, incaricata dalla prefettura di accoglierli e assisterli. Un «blitz» secondo il sindaco che avrebbe violato gli accordi sulle quote e la collaborazione istituzionale.

Così Civa, eletto con una lista di centrodestra, ha deciso di passare alle maniere forti. Bloccando con l’aiuto di altre persone il gruppo elettrogeno dell’hotel, che si trova lungo la statale 116 che s’inerpica sui monti Nebrodi dove non esiste la rete elettrica e neppure quella idrica.

Un colpo di mano che ha messo in serie difficoltà il personale della coop e soprattutto i rifugiati, rinchiusi al buio per l’intera notte e con all’esterno i manifestanti capeggiati dal sindaco barricadero contrario allo loro presenza.

All’inizio s’era sparsa la notizia che nell’albergo fossero ospitati 25 minori non accompagnati: poi il quadro è diventato più chiaro. Non si tratta di minori ma di adulti, 50 persone in tutto.

Nel gioco delle parti, il sindaco di Castell’Umberto accusa la prefettura di avere agito senza consultare il suo comune né quelli limitrofi. Di contro il presidio dello stato rivendica la regolarità delle procedure e soprattutto l’idoneità della struttura scelta per ospitare i migranti.

Su quest’ultimo aspetto però non c’è totale chiarezza. «È un hotel inagibile da mesi – accusa il sindaco – senza luce, con l’acqua che viene fornita dal mio comune che ha anche aperto la procedura per il recupero delle rate non pagate dal 2012». Parole che non sono piaciute in prefettura, anche perché l’hotel sì ricade nel comune di Castell’Umberto ma nel territorio di un altro piccolo centro dei Nebrodi: Sinagra, che conta poco più di 2.700 abitanti.

«La struttura – spiega il capo di gabinetto della prefettura, Caterina Minutoli – è stata individuata in via di emergenza e urgenza in seguito all’arrivo massiccio di quote di migranti. Nell’ambito della distribuzione prevista dal ministero, è stato necessario trovare degli impianti che potessero accogliere queste persone». I dubbi sulla idoneità però rimangono. «E’ chiaro che, se ci sono tutte le condizioni, proseguiremo – aggiunge il funzionario prefettizio – La struttura, da quello che ci risulta, non ha problemi, altri particolari saranno approfonditi. Dal punto di vista sanitario e dell’impiantistica ha i requisiti, altrimenti la prefettura non avrebbe consentito il trasferimento, e poi siamo in emergenza: certo non si può immaginare ospitalità senza corrente elettrica e acqua».

A gettare ulteriori ombre ci pensa Nino Musca, sindaco di Sinagra: «L’hotel è chiuso da un anno, l’altro ieri sera mi è stato comunicato l’arrivo di 25 persone; altri 25 dovevano essere portati nel comune di Merì ma è stato poi accertato che l’immobile scelto non aveva i requisiti di agibilità, quindi tutti e cinquanta sono venuti nel mio comune». «L’ultimo certificato di agibilità utile che ho trovato riguardo l’hotel Canguro è del 2006 – sostiene il sindaco – Successivamente e recentemente dovrebbero essere stati dati pareri favorevoli per l’agibilità dalla Asp». E attacca: «In base all’accordo tra l’Anci e il Viminale sono previsti 2,5 migranti ogni mille abitanti; Sinagra ne ha 2.700 quindi certo non ce ne sarebbero spettati 50».