Il sindaco uscente di Bari, Antonio Decaro, favoritissimo alla vigilia, appoggiato da Pd e diverse liste civiche, trionfa al primo turno con quasi il 70% di voti. L’avversario del centrodestra Pasquale Di Rella, fuoruscito dal Pd, nel tardo pomeriggio lo chiama per complimentarsi della netta vittoria.

A un passo dalla vittoria anche il candidato del centrosinistra a Lecce Carlo Salvemini, appoggiato dal Pd e da otto liste civiche. Nella notte si saprà se il 51% raggiunto a scrutinio aperto è confermato. Salvemini aveva lasciato la poltrona di sindaco 4 mesi fa: a gennaio si era insediato a palazzo di città il commissario prefettizio. Vinte le elezioni del 2017, il centrosinistra si era trovato con una maggioranza risicata dopo che il Consiglio di stato lo aveva privato del premio di maggioranza. Sono stati 18 mesi di governo instabile, condizionati dagli umori variabili di un pugno di consiglieri dell’opposizione diventati arbitri dell’agenda amministrativa. Caduto il loro sostegno, si è dunque tornati alle urne.

Salvemini ha sfidato due candidati espressione del centrodestra diviso: Saverio Congedo e Adriana Poli Bortone, già sindaca della città per due mandati, sostenuta da liste civiche. La Lecce di oggi, ancorché divenuta una città turistica di richiamo, lamenta l’assenza di servizi pubblici di qualità. Il problema più rilevante è la mancanza, da un quindicennio, di uno strumento urbanistico generale per poterla governare con competenza e lungimiranza. «Mi batto per dare una risposta ai problemi di Lecce – dice Salvemini – con me si sottoscrive un nuovo patto di cittadinanza che garantisca impegni reciproci, diritti e doveri dando seguito al lavoro già avviato».