Ci sarà Fabrizio Barca, al corteo della Fiom, sabato mattina a Roma. L’ex ministro lo aveva annunciato a Maurizio Landini già l’11 aprile, quando i due si erano incontrati per parlare di un imminente seminario bolognese organizzato dalle tute blu a Bologna. Alla fine Barca non era potuto andare, e aveva mandato un video messaggio. Ma quell’incontro, intercettato dai cronisti, era avvenuto in un bar del centro della capitale la cui insegna era tutto un programma: ‘Ritorno al passato’. E tutti avevano parlato di un asse fra i due, un potenziale leader della sinistra Pd e un potenziale leader Cgil.

Ieri Barca ha confermato la sua presenza in piazza per sabato. Subito dopo partirà per La Spezia e poi Grosseto, dove continua il suo giro d’Italia per presentare il suo documento, «Un partito nuovo per un buon governo», chiamato dai circoli del Pd che vedono in lui un punto di riferimento per il congresso d’autunno del Pd. E non è certo casuale la decisione di partecipare alla prima manifestazione di piazza dalla nascita del governissimo Pd-Pdl, che riporterà la sinistra in Piazza San Giovanni. E che, insieme alle annunciate migliaia di lavoratori e al ‘popolo della sinistra’, metterà di nuovo fianco a fianco le sparpagliate anime della sinistra anti-inciucio. Spiega Landini: «Non sarà una manifestazione ‘contro’, ma nel paese ci sono emergenze non rinviabili come il rifinanziamento della cassa in deroga e la questione degli esodati. Vogliamo proporre un cambiamento che metta per davvero il lavoro al centro, con politiche di riduzione dell’orario di lavoro, il blocco dei licenziamenti e il rilancio di una politica di investimenti pubblici e privati. Bisogna combattere le ingiustizie redistributive, mettendo in campo una vera lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, alla criminalità organizzata che ormai diventa parte integrante del sistema produttivo». Le parole d’ordine quindi non saranno contro l’esecutivo Letta-Alfano. Che peraltro non ha ancora fatto niente, e questo è già un problema. «Non si mettono d’accordo su nulla, non c’è giorno in cui al di là delle abbazie non emergano diversità concrete tra di loro», dice il segretario Fiom. «Il paese non aveva bisogno di un governo delle larghe intese. L’esperienza di un governo sostenuto da queste forze politiche l’abbiamo già avuta: quella del governo Monti. Un disastro per i lavoratori che rappresento e per l’Italia».

La sinistra ostile alle larghe intese, dentro e fuori dal Pd, si ritroverà riunita, almeno temporaneamente, sotto il palco da cui parlerà il giurista Stefano Rodotà, la giornalista Sandra Bonsanti e il medico Gino Strada. Con Barca ci sarà Sergio Cofferati. «Gli obiettivi della Fiom sono oggettivamente le priorità del paese, dal lavoro al reddito minimo, alla difesa delle persone che stanno vivendo più duramente la crisi», spiega al manifesto. Negli scorsi giorni l’ex leader Cgil, oggi eurodeputato, si è schierato contro le larghe intese e non ha nascosto la sua freddezza verso l’arrivo alla segreteria Pd del suo successore al sindacato. «Nulla da obiettare sulla persona», ma Bersani «fu eletto con un milione e 600mila voti, Epifani con 450».

In piazza ci sarà a un altro democratico del no alle larghe intese, Pippo Civati (uno dei tre del pd, un deputato e due senatori, usciti dall’aula al momento della fiducia), già candidato al congresso d’autunno. In mattinata deve partire per un’iniziativa in Sardegna, ma non rinuncia a sfilare con i metalmeccanici. Stessa cosa cercherà di fare Matteo Orfini, il giovane turco fra i più fedeli frequentatori delle iniziative delle tute blu, impegnato però nell’ultimo week end di campagna elettorale a Roma. Non ci sarà invece Stefano Fassina, fin qui uomo-ponte fra la Cgil (e la Fiom) e il Pd ma oggi viceministro dell’economia. Come i suoi colleghi di governo, ha ricevuto l’invito del premier Letta di evitare le manifestazioni. Fassina è disciplinato: «Ma ho incontrato la Fiom ed ho ascoltato le ragioni del corteo, e lo farò, come sempre, ogni volta che me lo chiederà». Non ci sarà neanche Cesare Damiano, soprattutto non ci sarà Gianni Cuperlo, candidatissimo al congresso. Quel giorno ha un altro impegno ma soprattutto «è opportuno che in questo momento il Pd scelga una presenza ’in quanto tale’, e che il gruppo dirigente dia un segnale compatto». Ci saranno gli ex senatori Vincenzo Vita, Paolo Nerozzi e Pietro Folena. Quanto al segretario in carica Guglielmo Epifani, la posizione ufficiale ancora nonc’è ma è assai improbabile che decida di andare alla manifestazione, come nell’assemblea nazionale gli aveva chiesto l’ex sindacalista Andrea Ranieri: perché un segretario Pd non l’ha mai fatto, e perché da segretario Cgil la Fiom non gli ha mai risparmiato critiche. Ci sarà Nichi Vendola con l’ex numero due Fiom Giorgio Airaudo e con una folta pattuglia di parlamentari Sel, che sabato scorso ha lanciato con Rodotà una «cosa di sinistra» che potrebbe raccogliere lo scontento contro il governissimo da dentro e fuori l’ex alleanza Italia bene comune. Un’appuntamento a cui aveva aderito anche Landini.

E i fili rossi a sinistra si continuano a intrecciare con discrezione, dopo la rottura parlamentare. Ieri Massimiliano Smeriglio, numero due di Zingaretti alla regione Lazio, ha incontrato Barca a Roma, nella ’storica’ roccaforte Pci la Villetta letteralmente invasa dai militanti di Pd e Sel. «Ricostruiamo il campo della sinistra. Ora nel mio orizzonte c’è l’esigenza di capire entro novembre quale è il consenso e le regole che condurranno all’elezione del nuovo segretario», ha detto l’ex ministro, per la prima volta ammettendo di pensare alla corsa per la leadership Pd. «Anche Sel farà il suo congresso. Facciamo le assise in parallelo, immaginiamo incursioni reciproche su temi specifici. Una cosa è certa. Sel non tornerà mai più nella trincea dell’identitarismo e dell’inutilità della sinistra radicale», è la risposta di Smeriglio.

Quanto alla sinistra radicale e dintorni, il corteo sarà l’occasione di una rimpatriata, dagli ex Rivoluzione civile (Paolo Ferrero e Antonio Di Pietro sarano presenti, non è confermata la presenza di Ingroia) al trozkista Marco Ferrando. Infine i 5 stelle, in grande travaglio interno. Hanno preso molti voti in tuta blu, soprattutto al nord. Dopo il voto, Landini li ha incontrati, come ha fatto con altre delegazioni parlamentari. E oggi, subito dopo la conferenza stampa a Corso d’Italia in cui presenterà la manifestazione, sarà ospite di «La cosa», la radio online organo ufficiale delle 5 stelle. Pronto a sottoporsi alle domande dei militanti grillini.