Steve Bannon, ex direttore del portale di estrema destra Breitbart, non farà più parte di uno dei più potenti consigli consultivi del mondo. A sorpresa e senza preavviso, infatti, Donald Trump ha rimosso il suo «capo stratega» dal Consiglio per la sicurezza nazionale (Nsc) della Casa bianca, l’organismo che comprende anche il segretario di Stato e il ministro della Difesa e che supporta il presidente nelle più importanti decisioni riguardanti terrorismo e politica estera.

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Il cambiamento è stato orchestrato dal generale H.R. McMaster, messo a capo del Nsc dopo le dimissioni di Michael T. Flynn, dimessosi a febbraio per aver mentito al vicepresidente Mike Pence riguardo i suoi contatti con l’ambasciatore russo.

La Casa bianca minimizza, negando che la rimozione di Bannon implichi una sua perdita di potere. Un funzionario, che ha preferito restare anonimo, ha difeso la rimozione con il New York Times, affermando che il compito di Bannon era quello di controllare l’operato di Flynn e di rimettere a posto l’Nsc dopo l’amministrazione Obama. A quanto pare la missione sarebbe compiuta e il suo compito terminato. Secondo il portale Politico, invece, la defenestrazione sarebbe il frutto di un conflitto con Jared Kushner, il potentissimo genero di Trump (marito di Ivanka).

In ogni caso, quest’ultima mossa è la vittoria di McMaster e dei militari. La nomina dell’ex presidente di Breitbart News, infatti, era arrivata come una sorpresa, tanto quanto ora la sua rimozione, ma il suo ruolo è sempre stato mal visto, specialmente dagli stati maggiori, che temevano un controllo politico e il rischio di di «politicizzare» la politica estera Usa, mentre in base al precedente ordine di Trump, per il capo degli Stati Maggiori riuniti e il direttore della National Intelligence era prevista solamente una partecipazione saltuaria, a seconda degli argomenti trattati dal Consiglio.

Il generale McMaster sin dall’inizio del suo mandato aveva chiesto più autonomia nelle scelte. E ora, dopo la rimozione di Bannon, si ripristinano i ruoli. I consiglieri politici, tradizionalmente, non fanno parte del Consiglio, Bush jr teneva fuori Karl Rove dagli incontri di sicurezza nazionale più delicati e anche Obama ha permesso al suo consigliere, David Axelrod, di partecipare ad alcune riunioni, e solo in qualità di osservatore, senza alcuno status formale. Ora al capo degli Stati Maggiori riuniti e del direttore della National Intelligence si aggiunge la presenza del ministro dell’Energia, del direttore della Cia e dell’ambasciatore all’Onu.