Assalti contro commissariati e prigioni nelle regioni del sud-est, rapimenti di studenti in quelle nord-occidentali e attacchi di matrice jihadista nello stato nord-orientale del Borno.

Questo il quadro che il presidente Muhammadu Buhari ha delineato nel suo incontro online di martedì con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, richiedendo espressamente un maggiore «coinvolgimento di Washington nella lotta allo jihadismo» e «la possibilità di spostare la sede della missione Africom dalla Germania al continente africano», possibilmente in Nigeria.

«Considerando le crescenti sfide legata alla sicurezza nell’Africa occidentale e centrale, nel Golfo di Guinea, nella regione del Lago Ciad e nel Sahel – ha scritto ieri su Twitter Buhari – ho chiesto un maggiore impegno degli Stati uniti in tutta l’area e anche nel nostro paese per risolvere il problema della sicurezza».

UNA RICHIESTA CHE CONFERMA le difficoltà delle forze di sicurezza e del governo nigeriano – pesantemente criticato dalle opposizioni politiche – nel tentativo di contrastare un clima di insicurezza generale. Un chiaro esempio ne sono gli episodi di violenza di questi ultimi giorni. L’ultimo, in ordine cronologico, è l’assalto di mercoledì a una caserma della polizia, con almeno 5 agenti uccisi, da parte di un gruppo di «banditi» – come vengono chiamati dalle autorità centrali – nello stato di Imo nel sud-est.

Martedì, riguardo al rapimento di studenti, le autorità dello stato di Kaduna hanno ritrovato i cadaveri di altri due ragazzi – che si aggiungono ai tre di sabato – dopo che la scorsa settimana una banda armata aveva assaltato la Greenfield University a Chikun (quinto attacco contro una scuola dallo scorso dicembre 2020) prelevando «almeno una ventina di studenti», ha confermato il commissario della polizia locale, Samuel Aruwan. L’assassinio dei cinque studenti sarebbe una ritorsione delle bande locali contro la linea dura del governatore dello stato di Kaduna, Nasir Ahmad El-Rufai, che rifiuta «qualsiasi trattativa o pagamento di riscatto».

ANCHE SUL VERSANTE JIHADISTA, nonostante il periodo di ramadan, si sono registrati numerosi attacchi rivendicati dallo Stato Islamico dell’Africa occidentale (Iswap). Il primo, lo scorso sabato, contro villaggio di Geidam, nello stato di Yobe, dove numerosi miliziani pesantemente armati hanno attaccato e distrutto il villaggio, uccidendo almeno 11 civili. Il secondo è l’attacco a un convoglio e, successivamente, contro la base militare di Mainok, che ha causato la morte di almeno 31 militari nigeriani.

In un recente report Malik Samuel, analista dell’Istituto Studi Strategici (Iss) di Bamako ed esperto di Nigeria, ha affermato che le alleanze tra le formazioni jihadiste e i gruppi di «banditi» sono ormai consolidate. «Le ragioni che hanno spinto Boko Haram a cercare alleanze nelle regioni del nord-ovest e centrali sono: il reclutamento di nuovi miliziani, i guadagni finanziari dai pagamenti del riscatto, la possibilità di creare uno Stato islamico che vada oltre il nord-est e la possibilità di creare nuovi fronti di lotta per ridurre la pressione delle forze di sicurezza nello stato del Borno, vero bastione del jihadismo» ha affermato Samuel nel suo report.

SECONDO I DATI forniti dal governo centrale sono oltre 750 gli studenti rapiti dallo scorso dicembre nel paese, mentre la continua minaccia di rapimenti nelle scuole ha spinto 6 stati del nord a chiudere le scuole pubbliche, lasciando senza istruzione 5 milioni di studenti.