Un Renzi forse innervosito dalla prova che in quelle stesse ore stava affrontando a Roma la sua ministra più importante, o forse semplicemente deciso a mostrare – proprio a chi lo attacca, M5S in primis – che lui in Europa, quando serve, i muscoli li sa mostrare: il consiglio Ue di Bruxelles ieri ha visto un vivace botta e risposta tra il nostro primo ministro e la cancelliera tedesca Angela Merkel, su un nodo delicatissimo in questi giorni per l’Italia, quello delle banche. «Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela», ha detto Renzi in quello che le agenzia hanno definito un «vivace scambio» tra i due capi di governo.

La critica di Renzi si è appuntata sullo stop che la Germania – ufficiosamente ma senza nascondere la propria posizione – ha dato all’ultimo step dell’integrazione bancaria europea, quello relativo alla garanzia comune dei depositi. Dopo il completamento della sorveglianza bancaria unica e del sistema unico di risoluzione delle crisi degli istituti, manca questo passaggio, a cui tiene molto l’Italia, come anche la Francia, il Portogallo, la Grecia e la Bulgaria, che infatti ci hanno dato man forte.

Renzi ha chiesto alla cancelliera perché la Germania si stia opponendo allo schema unico dei depositi bancari, mentre l’Europa negli ultimi anni ha perso crescita e occupazione nei confronti degli Usa. Altri spunti critici, sono stati presentati dall’Italia rispetto al raddoppio del gasdotto Nord Stream (quello che passando dal Mar Baltico, porterebbe il gas dalla Russia all’Europa, ma evitando i paesi dell’Est) e al recente acquisto di alcuni aeroporti greci da parte della Germania. Critiche, quelle sull’energia, arrivate anche dai rappresentanti dei Paesi baltici.

«È importante che l’unione bancaria sia completata con la garanzia europea sui depositi», ha aggiunto a sua volta il presidente francese François Hollande.
Merkel, alla fine del vertice, è stata netta: «La posizione della Germania sullo schema di assicurazione depositi è ben nota, ma la ripeto: non vogliamo la comunitarizzazione dei depositi, come abbiamo detto all’Ecofin e al vertice», ha spiegato la cancelliera. «Vogliamo uscire più forti dalla crisi, abbiamo detto che serve sviluppare un miglior coordinamento economico e continuare l’Unione bancaria e l’Unione dei capitali, su questi punti ci torneremo».

Quanto a Nord Stream, l’Italia è contraria perché invece – con la partecipazione di Eni – è stata coinvolta nel progetto South Stream, che però per il momento esiste solo sulla carta, perché è stato bloccato prima dalla Ue e poi dalla stessa Russia (si basava su un accordo con Gazprom, ma che poi – complice anche la crisi ucraina – è naufragato). Il gasdotto avrebbe dovuto attraversare il Mar Nero, poi la Bulgaria, l’ Austria, la Serbia, l’Ungheria e la Slovenia.

L’altro gasdotto, Nord Stream, è già operativo dal 2011. Bypassa la Bielorussia e attraverso il Baltico porta il gas russo in Germania, e da qui in Olanda, Danimarca, Francia, e l’intenzione è appunto quella di raddoppiarne la portata.

«Un numero maggioritario di Paesi europei è a favore della posizione italiana» di verificare la corrispondenza del progetto di raddoppio del gasdotto Nord Stream rispetto agli obiettivi dell’Unione energetica, ha detto Renzi Oggi – ha aggiunto – «si cerca alla chetichella di far passare Nord Stream 2 nel silenzio più totale», dopo che la Commissione ha bocciato il South Stream perché violava le regole del terzo pacchetto sull’energia, che impongono di diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dal gas russo.
Bulgaria, Romania e Grecia hanno appoggiato la posizione italiana. «Per la prima volta – ha commentato Renzi – Germania e Olanda non si sono trovate in maggioranza. Ora la palla è nelle mani della Commissione».

Alla fine comunque il «vivace scambio» si è temperato. Merkel ha spiegato ai giornalisti che «il vertice Ue è un posto noto per lo scambio di diverse visioni, l’Italia è per la comunione dei depositi e vorrebbe partecipare a Southstream, anche la Bulgaria ha obiezioni, non è la prima volta che abbiamo diverse opinioni ma alla fine troviamo un accordo».

«Non ho attaccato la Germania. Io ho posto delle domande alla cancelliera Merkel – ha concluso Renzi – Io non attacco la Germania e non la attaccherò mai, ma ho detto che quando si tende a far credere che la Germania sia il donatore di sangue dell’Europa non è proprio così. Io voglio portare un grande Paese al tavolo, non un Paese che ha paura della propria ombra. Dobbiamo uscire da questa cultura della subalternità».