I Cinque Stelle continuano ad attaccare la Banca d’Italia sulla vicenda della Banca Popolare di Bari. «È evidente – ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – che non esercita fino in fondo la sua funzione, cosa che è costata il fallimento di molte banche e di molte famiglie». Alle accuse Bankitalia ha reagito in maniera puntuale, ma le sue argomentazioni non sembrano avere convinto il ministro. Il nodo resta quello dell’acquisizione da parte di Popolare di Bari della banca abruzzese Tercas in crisi. Una decisione presa a seguito di un’autorizzazione di Bankitalia. Il tentativo ha finito per aggravare i conti dell’istituto barese, anche a causa di un blocco dell’operazione disposto dalla commissione Ue, poi sbloccato. La polemica riguarda anche la scelta del commissario Antonio Blandini, già vigilante di Tercas, anche per la Popolare di Bari. «È urgente ridimensionare i poteri di Banca d’Italia e mandare a casa personaggi come il governatore Visco» ha esplicitato il senatore M5s Lello Ciampolillo. M5S spinge per la costituzione della commissione d’inchiesta sulle banche il cui obiettivo torna ad essere l’attacco a Bankitalia, come già si è provato a fare nella precedente legislatura per i casi delle popolari venete o Mps.

La pubblicazione, sul sito Fanpage.it, di un audio dove l’ex amministratore delegato dell’istituto barese Vincenzo De Bustis parla di «conti taroccati e management irresponsabile» ha scatenato ieri altre polemiche. Nella registrazione De Bustis, insieme all’ex presidente Gianvito Giannelli, si è detto sicuro che il commissariamento della banca da parte di Bankitalia non sarebbe avvenuto. Era il 10 dicembre. Il commissariamento è arrivato tre giorni dopo. Nell’audio la voce attribuita a De Bustis ha affermato che era in contatto tutti i giorni «con la Vigilanza della Banca d’Italia». Sempre che stiano così i fatti, ci si chiede perché non abbia saputo quali fossero le intenzioni della Vigilanza. «È una cosa gravissima i conti truccati che hanno causato il crack della Banca e che ha mandato in fumo 1,5 miliardi di risparmi» ha detto il viceministro cinque stelle allo Sviluppo Stefano Buffagni.

Nell’audio De Bustis ha descritto le conseguenze di una gestione precedente «che ha truccato i conti» nei tre-quattro anni precedenti. «Questo è un esempio di scuola di cattivo management, di management irresponsabile, di management esaltato». In un altro passaggio De Bustis ha aggiunto: «Quando sò venuto la prima volta (2011) c’era un signore coi capelli bianchi che ancora c’è, era capo della pianificazione e controlli e gli dicevo, mi fai vedere i dati delle filiali? E tutti i conti economici truccati, truccavate pure i conti economici delle filiali, taroccati». In un altro passaggio ha spiegato l’accordo con il Microcredito e Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) senza citarli: «Dal 18 di questo mese si firma un accordo e ci sono dei nuovi proprietari che avranno la maggioranza dell’azienda è tanto bella la notizia che la banca ridiventerà molto forte dal punto di vista patrimoniale e che avrà lo Stato dietro». Per la Banca «un piano di ristrutturazione è imprescindibile», è un piano «non semplice» che «prevede un taglio degli organici molto importante» ha aggiunto De Bustis. L’audio è stato acquisito dalla Guardia di Finanza. Ai magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Rossi spetterà stabilire la veridicità di queste affermazioni, oltre che i giudizi espressi sulla gestione passata dalla banca alla quale il governo contribuirà con 900 milioni attraverso Invitalia, Microcredito e Fitd.

I sindacati hanno incontrato ieri i commissari nominati da Bankitalia in «un clima positivo». «Il punto è capire, nel più breve tempo possibile, quale modello di banca verrà fuori da questo intervento dei commissari» ha detto Gaetano Errico, Fisac Cgil. «Il governo ha preso una decisione saggia. Penso che abbia agito puntando alla piena compatibilità con le regole europee» ha detto il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni.