Pedro vive a Santiago del Cile, è un bambino di undici anni e ha la fortuna di essere nato in una famiglia agiata. Il libro di Sofia Gallo La lunga notte (Lapis, pp. 71, euro 10, illustrazioni del pittore e scenografo Lorenzo Terranera) si apre sull’attesa spasmodica e spernsierata della riapertura della scuola, unico baluardo contro la noia in città. È il 9 settembre del 1973 e la giornata inizia in maniera piuttosto convulsa. Le strade sono intasate da manifestazioni contro il presidente Allende. Pedro chiede e non capisce. Però segue la madre – dottoressa – nella favela di La Victoria. Intorno, la polizia è in assetto da guerra. L’aria si fa irrespirabile, ma laggiù c’è la bellissima Flor e la sua numerosa famiglia da aiutare con le medicine. Qualcosa si è inceppato e non funziona più come un tempo: lasciata alle loro spalle la baraccopoli, mentre corrono verso l’ospedale per portare una malata «raccolta» fra le casupole, molti uomini armati di spranghe bloccano la strada.
Da quel momento, a Santiago c’è coprifuoco e neanche l’attesa scuola potrà offrire rifugio. L’11 settembre poi il mondo crolla e Pinochet conquista il potere. Il papà di Pedro, giornalista, scompare, bisogna andare via dalla casa, abbandonare tutto, mettersi al riparo da qualche parte. L’angoscia della voce narrante cresce e così il ritmo dei suoi pensieri che fluiscono nella scrittura limpida dell’autrice.
Pedro e Flor, ragazzini che la classe sociale ha separato fin dalla nascita, ora sono uguali. Stessa sorte, stesse paure, identica fuga verso la salvezza e il nascondiglio giusto. Per resistere alla morsa letale di Pinochet Pedro si affida al sorriso di Flor. Per fortuna, il padre non è desaparecido, ma d’improvviso Pedro è un esule, deve partire per il Messico, meta sconosciuta. Niente libri, quaderni, né amici. Tantomeno Flor, «bella come le Ande e i colori del cielo che si confondono con l’oceano, allegra come i colori delle nostre case, forte come la nostra terra». Tornerò, è la promessa che Pedro sussurra al suo amore. E lo farà, diciassette anni dopo per reincontrare lei.
Il libro si chiude su una carrellata storica che racconta come si svolsero i fatti all’epoca del golpe, con foto d’archivio. Fra gli «eroi» della resistenza alla dittatura c’è anche Victor Jara, cantante e poeta a cui furono spezzati i polsi per farlo tacere.