Se a Bali dal 2019 sono stati banditi i sacchetti di plastica monouso lo si deve a due bambine. Melati e Isabel soffrivano nel vedere la loro bellissima isola soffocare nella plastica: la trovavano ovunque, nelle spiagge dove giocavano, nelle risaie e per i sentieri dove camminavano. Ascoltando a scuola le storie dei leader mondiali che avevano cambiato il mondo, si sono chieste cosa avrebbero potuto fare loro, in prima persona: non avevano un piano chiaro, ma cominciarono a informarsi: decisero di partire dai sacchetti di plastica, che vedevano regalare in grande quantità senza che fossero realmente necessari; scoprirono che in altri paesi erano già stati applicati dei divieti o delle tasse , che c’erano delle alternative, che ognuno poteva fare la sua parte senza sforzarsi troppo. Hanno solo 10 e 1 2 anni quando presentano l’idea di una campagna per sensibilizzare sul problema dei rifiuti alla Conferenza della gioventù Gin (Global Initiative Network) a Bali. Bye Bye Plastic Bags diventa subito una campagna vincente, a cui si aggregano volontari e studenti di ogni età provenienti da scuole locali e internazionali in tutta l’isola: dal 2013 si susseguono presentazioni, seminari e attività educative con le scuole, l’organizzazione di pulizia delle spiagge, la fornitura di oltre trentacinquemila sacchetti non in plastica, la creazione di un’esperienza pilota di un villaggio completamente privo di plastica.

Oltre al successo a Bali, i giovani attivisti di Bye Bye Plastic Bags hanno interloquito con cinquantamila studenti di ventidue paesi del mondo e in sette anni sono diventati un movimento internazionale molto seguito e di ispirazione per molti giovani: al momento vi sono cinquanta nuovi gruppi in citta di tutto il mondo: dall’Algeria alla Danimarca, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dal Messico al Giappone. Non è stato facile conciliare questo grandissimo impegno con la scuola, ma Melati ed Isabel, che nel frattempo sono cresciute, sono ancora attive e convinte che, per quanto anche fare pressione politica sia fondamentale, la chiave del cambiamento stia nell’istruzione: gran parte delle attività che stanno ancora portando avanti si concentra infatti nella sensibilizzazione e informazione, soprattutto dei giovani e con i giovani.