Lo storico attivista egiziano Bahey el-Din Hassan, attivo fin dagli anni ’80 e fondatore del Cairo Institute for Human Rights Studies, è stato condannato ieri in contumacia a 15 anni di prigione con l’accusa di diffusione di notizie false e attività anti-governativa all’estero (dopo svariate minacce, vive in auto-esilio in Europa dall’elezione di al-Sisi a presidente, nel 2014).

Un anno fa, a seguito di un’intervista rilasciata al manifesto, fu messo alla berlina dai media filo-governativi egiziani che chiesero di processarlo e ritirargli la cittadinanza. Human Rights Watch ha definito ieri la condanna «oltraggiosa»: «Hassan è tra i più noti difensori dei diritti umani in Egitto e nel mondo arabo, ma il governo di al-Sisi lo punisce invece di onorarlo».