«Vi ricordate le polemiche sul commissariamento di Bagnoli? dopo tante chiacchiere, l’arenile è a disposizione dei cittadini. Le scelte coraggiose di chi vuole andare avanti battono gli slogan demagogici», firmato Matteo Renzi sulla e-news di ieri.

Bagnoli è un’ossessione per il rieletto segretario del Pd. Sabato scorso, alla vigilia del voto ai gazebo, ha annullato la tappa a Caserta (temeva le contestazioni di insegnanti e dipendenti della provincia) ma su fb ha postato: «Un amico mi ha mandato queste foto. E’ l’Arenile Nord di Bagnoli, finalmente restituito ai napoletani. Dicemmo che avremmo bonificato, ripulito, recuperato. In tanti scrissero: non accadrà mai. Oggi quell’impegno sta diventando realtà».
La prima volta che Renzi promise la restituzione della spiaggia ai napoletani era il 2015, avrebbero dovuto preparare il costume per luglio 2016. Passato un altro anno, quello che l’ex premier non dice è che Bagnoli-Coroglio è un Sin, Sito di interesse nazionale, bonificarlo spetta al governo. Soprattutto, Renzi gioca abilmente con le parole: il soggetto attuatore Invitalia, inserito con il commissariamento nello Sblocca Italia, ha messo a bando 390mila euro non per bonificare l’arenile nord ma per metterlo in sicurezza. Si tratta della replica di un lavoro già fatto nel 2009, poi spazzato via dalle mareggiate. In sostanza, è stato tolto lo strato superficiale di sabbia, sulla rena inquinata è stato messo un telone semimpermeabile in Tnt ricoperto da sabbia pulita (da 20 centimetri sulla battigia a 60, un metro a monte).

Tutto bene? Gli ombrelloni dei lidi privati sono sistemati su piantane, perché c’è sempre il rischio di bucare il telone in Tnt. Soprattutto, la spiaggia è sottoposta all’azione inquinante del mare. Secondo l’Ispra, nei fondali c’è una forte contaminazione da Idrocarburi policiclici aromatici e da metalli pesanti, tra le altre sostanze. Nel 2006 l’Istituto Superiore di Sanità evidenziò un rischio non accettabile per l’uomo causato da sostanze cancerogene e fu emesso un divieto di balneazione tuttora vigente. Del resto, la nuova perizia ordinata dal tribunale di Napoli ha definitivamente sancito che il sito è inquinato. Inoltre, neppure un granello è stato ancora rimosso da Coroglio, che è proprio accanto all’arenile nord. Insomma, quello di Renzi sembra uno spot per i gestori dei lidi privati.

«Il Pd ha tenuto ferma Bagnoli per 25 anni – ha precisato il sindaco Luigi de Magistris – tra inerzie e sprechi. Noi siamo intervenuti con “Chi inquina paga”, un’ordinanza pesante perché gli inquinatori sono Fintecna, detenuta da Cassa depositi e prestiti, e da Cementir, gruppo Caltagirone. Solo così abbiamo ottenuto un tavolo sulla bonifica».