Due anni dal varo dello Sblocca Italia, che prevede il commissariamento del Sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, un anno dalla nomina del vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Salvo Nastasi, come commissario per l’area ex Italsider ma la zona ovest di Napoli continua a essere inquinata. Il sindaco, Luigi de Magistris, non riconosce il commissariamento e ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha ingaggiato una battaglia campale: aveva promesso il mare balneabile entro lo scorso luglio e invece tutto quello che si vede è la cabina di regia, pronta a ratificare il piano di trasformazione urbana stilato dal soggetto attuatore Invitalia che, grazie allo Sblocca Italia, dovrebbe costituire variante automatica al piano regolatore, esautorando quindi il comune dalle sue prerogative in un’area zona rossa, a elevato rischio sismico.

L’assemblea popolare, costituitasi nel quartiere un anno fa, sfilerà venerdì a Roma in corteo per consegnare a Palazzo Chigi il documento in cui si chiede la rimozione del commissariamento come prima condizione per poter tornare a discutere in termini democratici. La manifestazione però non è stata autorizzata. La questura di Roma ha informato gli organizzatori, riuniti nella sigla Bagnoli Libera, che nella capitale non sono ammessi cortei durante i giorni feriali.

L’unica concessione è rimanere in presidio, scortati, in una piazza lontana dai palazzi della politica e inviare una delegazione nella sede del governo. «Rivendichiamo il diritto a manifestare pacificamente per le strade di Roma – hanno spiegato ieri Eduardo Sorge e Luca Recano – Sulle restrizioni della questura e del prefetto della capitale va sollevato un problema politico: disposizioni legate all’ordine pubblico compromettono pesantemente la libertà di dissenso. Un fatto inaccettabile, su cui le istituzioni devono prendere posizione, a cominciare dalla sindaca Virginia Raggi».

I comitati di Bagnoli hanno contattato Raggi, i parlamentari e i consiglieri comunali partenopei 5S. Per adesso è arrivata la solidarietà della pattuglia al Comune e una presa di posizione della senatrice Paola Nugnes: «L’ex area Italsider e l’Ilva di Taranto rappresentano due delle gestioni criminali più eclatanti del nostro paese. Il 23 settembre a Roma non ci saremo perché tutti in partenza per Palermo, ma saremo lì con il cuore, sempre solidali con chi si oppone con giusta ostinazione alla rapina della propria terra». I 5S aggiungono anche di essere a disagio nel ritrovarsi accanto de Magistris, con cui i rapporti sono molto tesi, nella battaglia contro lo Sblocca Italia.

Il sindaco di Napoli, gli assessori all’Ambiente e all’Urbanistica, una decina di consiglieri comunali e la municipalità di Bagnoli hanno aderito alla manifestazione: «Se ci saranno le condizioni, ci saremo io – ha assicurato il primo cittadino di Napoli – l’assessore Piscopo e il presidente della Municipalità Civitillo, tanti cittadini e qualche consigliere». In una nota le ragioni della partecipazione: «Non è ancora partita la bonifica, unico impegno che il governo ha l’onere di assumere per la salvaguardia della salute dei cittadini. C’è la necessità di tornare a discutere con le istituzioni, e insieme con la collettività, di un’area il cui diritto di determinazione appartiene agli organi democraticamente eletti».

Da Napoli dovrebbero partire almeno otto pullman, a Roma troveranno No Tav, i movimenti capitolini, quelli di Taranto e altre realtà contro le politiche del governo. A Napoli il 12 settembre in occasione della visita di Renzi vennero manganellati, venerdì si misurerà ancora la qualità della democrazia.