«Il cemento non lo aumentiamo, anzi togliamo anche la colmata che ha segnato come simbolo negativo Bagnoli». Dopo quasi un quarto di secolo si può dire di tutto su Bagnoli. E così Renzi, sbarcato in elicottero, promette come grande successo della «sua» gestione commissariale quello che una legge dello stato impone da anni al ministero dell’ambiente di fare.

Spetta al suo governo, dunque, al suo ministro «petroliere» Galletti, ripristinare la linea di costa e sbancare la colmata. Da qualche parte al ministero dovrebbero esserci ancora i progetti esecutivi, i disegni. Anni fa c’erano.

Però il Renzi da sbarco ha un vantaggio. Anche sul destino della colmata può farsi forte degli anni di indecisioni, compromessi e autosmentite delle diverse amministrazioni comunali.

Persino di quella attuale che, se non ricordiamo male, fresca vincitrice delle elezioni, immaginò di riciclare quei terreni inquinati per la coppa America di vela, per fortuna poi cambiando idea.

Bagnoli precipita ancora una volta nelle campagne elettorali.

Il presidente del Consiglio non cerca di nasconderlo. A Napoli, così si rivolge ai progettisti: «Vedo che le infrastrutture partiranno a inizio 2018. Sarebbe bene che sia almeno la fine del 2017. Capisco far di tutto per non far le cose in piena campagna elettorale, ma questa cosa la facciamo prima».

Davanti a sé ha i responsabili di Invitalia, l’agenzia per lo sviluppo che il commissariamento – imposto con il famoso decreto «Sblocca Italia» – ha messo al centro della bonifica. Affidandogli la responsabilità della trasformazione urbanistica e insieme la proprietà dei suoli.

Nella versione originaria si trattava di una società aperta ai privati, verosimilmente gli stessi che hanno inquinato per anni (la Cementir di Caltagirone, Fintecna) ai quali il commissariamento può regalare nuove occasioni. L’ultimo decreto «Milleproroghe» ha «cambiato le carte in tavola», come ha detto il sindaco De Magistris, che così si è visto respingere il ricorso al Tar contro il commissariamento.

Adesso gli «sbloccatori» sono formalmente una società «in house» dello stato. Per sbloccare bisogna anche un po’ truccare.

E così bisognerà capire quanto di veramente realizzabile c’è nelle slide proiettate ieri durante la cabina di regia.

A prima vista il piano contiene anche sorprese positive, ad esempio lo spostamento di Città della Scienza dalla linea costiera all’interno del futuro parco, come chiedono da tempo gli abitanti di Bagnoli e i movimenti per la spiaggia libera.

Resta però il difetto ineliminabile del commissariamento, che allontana dalle istituzioni rappresentative e dal controllo dei cittadini le decisioni sul futuro dell’area. E lascia spazio alla propaganda, nella quale Renzi sguazza. «Consulteremo i napoletani», ha promesso il presidente del Consiglio andando via. Il sito internet delle meraviglie, tra le slide, informa che la campagna di ascolto (chi la vista?) si è chiusa a fine marzo.

Eppure chi ieri è sceso in piazza è riuscito a farsi sentire.