«Inizio da Napoli un itinerario in tutta Italia che chiamerò “La politica ovunque”. Ovunque ci sono i cittadini»: è la dichiarazione d’intenti di Giuseppe Conte, fatta ieri nel Rione Sanità. Da lì è cominciato il tour del capo politico dei 5S per le comunali, schierati in città con il candidato sindaco Gaetano Manfredi: un accordo di ferro nato sulle ceneri del Conte due. All’ex premier avevano proposto di fare l’incontro in un teatro di Chiaia ma la location al chiuso gli stava stretta. Ieri ha passato la mattinata salutando gli sposi nella vicina chiesa di San Vincenzo ed entrando in tutte le botteghe: dalle rivendite di olive alle pizzerie, alle pasticcerie.

Incontro a parte con il padre di Genny Cesarano, il 17enne vittima innocente di una «stesa» di camorra. Forza Italia ha candidato in consiglio comunale Assunta Cutarelli, zia del killer del clan Lo Russo che uccise Genny. Incensurata, aveva provato a farsi eleggere nel 2016, ci riprova adesso nello schieramento del magistrato in aspettativa Catello Maresca. La passeggiata alla Sanità è proseguita verso il basso di nonna Giuseppa, 110 anni lo scorso luglio. E poi un saluto con i candidati 5S sullo scalone monumentale del Palazzo dello Spagnuolo. Il quartiere non è stato scelto a caso: si trova nella Terza Municipalità, dove il Movimento ha candidato un suo consigliere uscente a presidente. Tra i candidati al comune due transfughi di Dema, il movimento del sindaco uscente de Magistris: gli ex assessori Ciro Borriello e Flavia Sorrentino. Nel pomeriggio tappa a Scampia.

Il Patto per Napoli (cioè l’impegno sottoscritto da 5S, Pd e Leu a varare norme per risollevare i conti disastrati del comune) più gli investimenti del Pnrr sono le promesse solenni fatte. Conte mette le mani avanti: «Le liste si sono formate quando ancora non ero alla guida del M5s quindi il nuovo corso non può essere ancora questo». Intanto, «gli scissionisti» 5S (che si presentano con la lista Napoli in movimento – No alleanze) informavano la stampa di aver presentato un ricorso contro il nuovo statuto. «Facciano le iniziative che vogliono» la replica gelida di Conte. E Roberto Fico: «Il M5s è compattissimo».

Dall’altro lato della barricata, invece, spiegano: «Stiamo per depositare il ricorso per l’annullamento del nuovo statuto. Sono sette i motivi di illegittimità. L’iniziativa nasce per la deriva verticistica che ha portato alla sospensione della democrazia interna». Tra i punti: il mancato raggiungimento del quorum della metà degli iscritti per l’approvazione dello statuto; la non iscrizione di Conte al Movimento; la nullità della clausola statutaria che prevedeva l’eleggibilità del solo Conte e l’esclusione dal diritto di voto degli iscritti da meno di sei mesi; la pubblicazione della convocazione su una piattaforma ignota alla maggioranza degli iscritti.

E poi ci sono le candidature imbarazzanti. «Ci sentiamo garantiti da Manfredi» la replica di Fico. A creare disagio è la Prima Municipalità: la candidata presidente, Giavanna Mazzone, è passata da Fi alla Lega e, adesso, è approdata al centrosinistra. A gestire la pratica è l’ex Fi Stanislao Lanzotti, andato via in polemica dal suo partito, e approdato nell’altro schieramento con Azzurri per Napoli, che accoglie altri pezzi del centro più Italia Viva. Tra le loro schiere c’è anche Romina Moretto: il padre, esponente del Msi transitato negli altri partiti di destra, è consigliere uscente. Avendo litigato con la Lega, avrebbe voluto buttarsi in Azzurri per Napoli con un salto carpiato troppo difficile da mandare in porto così ha sistemato in lista la figlia.

Le presidenze delle Municipalità sono il collante delle coalizioni e quella di Maresca è arrivata sabato al deposito delle liste senza trovare la quadra. Così Fi e le civiche hanno messo in campo 10 candidati presidente contrapposti ai 10 di FdI e Lega, che si è camuffata sotto la sigla Prima Napoli. Non è l’unico problema. Sabato il consigliere regionale di Fdi Marco Nonno ha depositato la lista con la camicia sporca di sangue, poco prima era venuto alle mani con il collega di partito Pietro Diodato. In FdI Diodato, e i candidati a lui riconducibili, non ci sono più: sono nella civica Catello Maresca sindaco. Adesso si attende il responso della commissione prefettizia per verificare se la documentazione è in ordine. Rischia anche Prima Napoli, che ha consegnato le liste fuori tempo massimo ma per un minuto.