Vada per l’ostruzionismo o le contestazioni legittime. Ma quello che si è verificato la scorsa settimana a Montecitorio è stato «un fenomeno di eccezionale gravità sul piano istituzionale che deve essere contrastato con la dovuta fermezza». I deputati-questori della camera vergano la loro relazione sulla bagarre del 29 e 30 gennaio scorsi e annunciano il pugno di ferro con i 5 Stelle scatenati mercoledì scorso in aula subito dopo l’approvazione, grazie alla tagliola fatta calare dalla presidente Boldrini, del decreto Imu-Bankitalia. E protagonisti delle «occupazioni» delle commissioni partite quella stessa sera e proseguite il mattino seguente. Un caos del quale ha approfittato il presidente della commissione affari costituzionali Francesco Paolo Sisto che, complice l’assedio grillino, ha fatto votare in pochi secondi il testo base della legge elettorale senza far discutere nemmeno un emendamento, e con diversi deputati rimasti fuori.

Di legge elettorale si riparlerà direttamente in aula dall’11 febbraio. Le sanzioni dovrebbero arrivare tra qualche giorno. E si presume che non saranno blande. Quelle massime, ricorda il questore Fontanelli, Pd, vanno dai 2 ai 15 giorni di sospensione dall’attività parlamentare (la sospensione, si è però deciso, non coinciderà con la discussione dell’Italicum). Prima di stabilire la punizione, i deputati «incriminati» (più di 40) dovranno essere ascoltati dall’ufficio di presidenza di Montecitorio che valuterà caso per caso. Perché sono state individuate diverse fattispecie: «Comportamenti volti a ostacolare attraverso forme fisiche di impedimento il funzionamento degli organi parlamentari e l’esercizio del diritto di voto da parte dei deputati», «comportamenti che hanno determinato una grave turbativa dei lavori parlamentari» e «comportamenti consistiti nel passaggio alle vie di fatto». Una nuova relazione affronterà anche eventuali «profili penali».

A proposito di passaggio alle vie di fatto, i questori hanno anche affrontato il caso del loro collega di scelta Civica, Stefano Dambruoso (che non ha partecipato alla riunione), ammettendo che in effetti nella seduta del 29 non ha svolto «le funzioni» da lui ricoperte, quelle di questore, appunto. Infatti «nell’intento di allontanare la deputata Lupo» dal banco del governo «protendeva il braccio destro colpendola con la mano tra il collo e il volto e sospingendola al centro dell’emiciclo. Ne nasceva un diverbio, durante il quale Dambruoso respingeva per due volte la deputata con le mani, mentre un assistente parlamentare si frapponeva trai due». Il 5Stelle Luigi Di Maio apprezza almeno questa parte della relazione. E il vicepresidente della camera Roberto Giachetti, Pd, nella riunione ha chiesto le dimissioni di Dambruoso da questore.

Nel resto del documento è scritto tra l’altro che «la deputata Silvia Benedetti mordeva il braccio di un assistente parlamentare che stava tentando di impedirle di sedersi sui banchi del governo». Viene poi considerato di «eccezionale gravità» il comportamento di Alessandro Di Battista, reo di aver fatto irruzione in sala stampa per contestare il capogruppo del Pd Roberto Speranza, impedendogli di rilasciare un’intervista a una tv: dopo un alterco Speranza se ne andato e Di Battista ne ha approfittato per proseguire il suo show a uso di telecamera.
Per quanto la riguarda, Laura Boldrini vorrebbe mettersi alle spalle una «vicenda penosa», un’«esperienza» che considera «chiusa». Lo dice rispondendo a Beppe Grillo che, dopo aver scatenato il linciaggio sessista sulla rete nei suoi confronti, grida per l’ennesima volta al colpo di stato e insiste: «Boldrini si deve dimettere». «Ma quale colpo di stato», commenta qualcuno. E tra questi pure due senatori 5 Stelle, Lorenzo Battista e Monica Casaletto. Perché soprattutto a palazzo Madama l’escalation sta diventando insostenibile per diversi senatori stellati. Mentre ieri l’assemblea dei deputati del M5S ha deciso di non avviare la procedura per l’espulsione del deputato siciliano Tommaso Currò, finito sul banco degli imputati per aver presentato un emendamento «localistico» alla legge di stabilità.