Negli anni Novanta, i cinici e disillusi membri della Generazione X disprezzavano la nostalgia che i loro genitori provavano per un passato migliore del presente: il passato del boom economico, delle lotte per i diritti civili, della seconda ondata femminista ecc. Chissà come reagiranno ora che, proprio loro, sono «vittime» di un revival (degli anni Novanta) che già da diverse stagioni ci propinano le passerelle, e che ha coinvolto tv (una nuova serie di Twin Peaks nel 2016), cinema (il recente biopic su Kurt Cobain) e musica (la reunion di diverse band-simbolo dell’era, la «riscoperta» del movimento riot grrrl).

La nostalgia per la propria adolescenza implica necessariamente il passaggio all’età adulta, passaggio che per molti coetanei di chi scrive (occidentali, nati indicativamente tra il 1965 e il 1980), vuoi per indole o, più prosaicamente, per mancanza di quattrini, non c’è mai stato. Riluttanti a crescere, sospesi in un’adolescenza senza fine, i membri della Generazione X sono in molti casi figli di genitori divorziati (il boom dei divorzi avvenne negli anni Settanta e Ottanta) e anche per questo tendono a posporre matrimonio e prole fino a dopo i trenta-quarant’anni, o a mai (secondo uno studio del 2011 del Center for Work Life Policy, il 43 percento delle donne della Generazione X non ha figli).

E non è con nostalgia che chi scrive ha accolto l’annuncio del ritorno di band quali L7, Jack Off Jill, Sleater-Kinney e Babes in Toyland, bensì con l’entusiasmo di un’amante che ha l’occasione di rinvigorire una love story nata vent’anni fa e mai interrotta.

Le Babes in Toyland erano negli anni Novanta le «antagoniste» delle Hole, gruppo che si «aggiudicò» l’unico posto disponibile nel rock mainstream per una band «femminile» grazie all’ambizione della leader Courtney Love e a un sound che nel tempo si ammorbidì non poco. Loro, invece, le Babes in Toyland dell’amica/nemica di Courtney, Kat Bjelland, rimasero caustiche fino allo scioglimento della band (nel 2001), e poco interessate ad entrare nel jet set.

Il gruppo nasce a Minneapolis, Minnesota, nel 1987, e inizialmente è composto da Kat Bjelland (voce e chitarra), Lori Barbero (batteria) e Michelle Leon (basso). Nel 1992, in seguito alla morte del fidanzato Joe Cole (roadie e amico di Henry Rollins), Michelle lascia la band e viene sostituita da Maureen Herman. Le Babes in Toyland pubblicano tre album: Spanking Machine (1990), Fontanelle (1992), e Nemesisters (1995). Nel 1996 Maureen esce dal gruppo che viene anche scaricato dalla Reprise Records. La bassista viene rimpiazzata da varie musiciste, tra cui, per un breve periodo, dalla stessa Michelle Leon. Nel frattempo Kat fonda i Katastrophy Wife con l’allora marito Glenn Mattson. Nel novembre 2001 le BIT suonano il loro ultimo concerto.

L’ipotesi di una loro reunion era improbabile, per i fan e per le stesse componenti della band, almeno fino all’anno scorso: Kat, Maureen e Lori erano passate dal sentirsi «come sorelle» al non parlarsi per anni. Le tre inoltre avevano ben altre disgrazie a cui pensare: diagnosi di schizofrenia (Kat), abuso di alcol e droghe pesanti (Kat, Maureen), stupro (Maureen), problemi di salute e finanziari (Lori). Alle tre donne non è stato risparmiato nulla.

E invece, nell’estate 2013, quasi per magia, i pianeti si allineano. Maureen invita Kat e Lori a trascorrere qualche giorno insieme nella casa sul lago che la sua famiglia possiede a Minocqua, Wisconsin. Herman, che vive a Los Angeles con la figlia dodicenne Anna, incontra Kat a Minneapolis (Lori purtroppo è ammalata e deve rinunciare al viaggio), e Kat non aspetta neppure che la bassista si sistemi nel suo furgoncino per scagliare la freccia: «Vuoi suonare ancora?». Maureen aveva pensato molte volte a come sarebbe stata una reunion delle Babes, e molte persone le avevano chiesto se sarebbe stata possibile, ma lei non ci credeva. Da qualche anno aveva ripreso i contatti con Lori, ma era da poco che Kat e Maureen si erano risentite, dopo diciotto anni di silenzio quasi totale. Durante il viaggio di cinque ore le due donne parlando si riavvicinano, scoprendo di avere simili problemi di salute mentale da combattere. «Ridevamo perché prendiamo praticamente le stesse medicine», racconta Maureen, che alla domanda di Kat risponde: «Sì!».

Incontriamo Maureen a Marina di Ravenna nel caldo pomeriggio dello scorso tre giugno. La sera la band sarà protagonista di un concerto memorabile sulla spiaggia, ma per ora Maureen è occupata a mangiare la sua terza pizza italiana in due giorni, seduta a un tavolino all’esterno dell’hotel. Lori – che è convinta che gli unici cibi disponibili in Italia siano pizza e pasta – arriva poco dopo e si siede con noi, mentre Kat, ci confida Maureen, «ha preso la pillola sbagliata e si è addormentata» (e non sembra neppure una scusa).

E Lori, come l’avete convinta a ritornare a suonare nelle Babes?

(Maureen) Oh, le ho semplicemente chiesto: e tu, vuoi suonare?

(Lori) Sì, mi hanno chiamata e la prima cosa che ho risposto è stata: non dirò sì e non dirò no. Eravamo state lontane per anni e anni, e dovevamo essere sicure che fosse addirittura possibile.

Cosa mi dite di Powersniff, la società (fondata da tre ricchi ex impiegati di Google: Chris Skarakis, Eric Fredricksen e Jon Motley) che finanzia il vostro ritorno?

(M) Sono degli amici che sono uomini d’affari e filantropi, e volevano semplicemente vedere la band tornare insieme, quasi in modo fastidioso. Tipo, uno di loro mi chiedeva di continuo: quando rimettete insieme la band? Quando rimettete insieme la band? (lo ripete diverse volte con una vocina fastidiosa – ndr).

Avete iniziato a scrivere canzoni nuove?

(L) No, ho solo ripreso un po’ a suonare la batteria. Siamo state occupate. Durante questo tour non vogliamo suonare pezzi nuovi. La gente non vuole sentire canzoni nuove quando stai facendo un reunion tour, vogliono sentire la roba vecchia. Sai, dopo che saremo state in tour ovunque e tutti saranno riusciti a vederci, allora penseremo a scrivere.

Thurston Moore, che vi ama, ha dichiarato alla rivista NME: “Mi piacerebbe che facessero un disco nuovo. Se lo fanno, spero che avrà un sacco di energia da persona anziana (…). Abbiamo energia giovanile in abbondanza nel rock’n’roll odierno, ma io – una persona che ha più di cinquant’anni – cerco più energia anziana. (…) voglio sentire le Babes In Toyland. Voglio che escano con un album su chi sono ora, come persone più anziane”.

(un attimo di silenzio e poi scoppiano a ridere entrambe – ndr)

(L) Credo voglia dire che quando abbiamo registrato (i nostri dischi precedenti) eravamo molto giovani, e che ora siamo più vecchie, ne abbiamo passate tante e forse le nostre canzoni nuove avranno un po’ più di maturità.

Lo stare in tour è uguale a vent’anni fa, oppure le nuove tecnologie (cellulari, GPS, Internet), rendono le cose più facili?

(M) Sì, naturalmente i GPS e i cellulari hanno reso le comunicazioni più facili. Sarebbe più dura se non potessi comunicare con mia figlia. Ma il lavoro è sempre lo stesso: ti alzi, guidi, fai il check-in in albergo, fai il soundcheck, ceni, aspetti, suoni, torni all’albergo. È una lunga giornata.

E per quanto riguarda l’età? Immagino sia più dura di quando avevate vent’anni, anche se sembrate decisamente in forma…

(ridono -ndr)

(M) Sono fortunata perché l’anno scorso ho sofferto di forte stanchezza, e l’idea di andare in tour mi preoccupava, ma la causa è risultata essere un’infezione da un dente che dovevo togliere, ed ora mi sento meglio di quanto mi sia sentita in molto tempo. Voglio dire, normalmente sarei a letto tutto il giorno.

Come vi preparate per il tour, fisicamente intendo?

(M) Mi alleno regolarmente, niente di rilevante, in realtà lo faccio in camera mia (ride – ndr), cose tipo questa (ci mostra un esercizio -ndr).

(L) Io faccio solo prove con la batteria.

Lori, so che alla fine degli anni settanta vivevi a NYC e frequentavi tutti i posti più cool… com’era?

Ho frequentato l’high school a New York. Ho visto Patti Smith lì nel 1977, era l’ultimo dell’anno. Frequentavo il Danceteria, il Peppermint Lounge, il Rock Lounge… sono fortunata. Sono riuscita a vedere un sacco di roba davvero forte. Ho ancora tutti i miei biglietti.

Collezioni qualcosa oltre ai biglietti dei concerti?

(L) Colleziono un sacco di cose. Colleziono vinili, ho un sacco di bigiotteria, colleziono oggetti di antiquariato e arte, nel mio seminterrato. Ho una casa molto grande! (ride -ndr). Una volta collezionavo anche pepiere, calamite… avevo un banco in un negozio di antiquariato anni fa. Ho ancora molte collezioni, ma mi sono liberata di un sacco di roba.

Di chi erano le bambole che appaiono nel vostri video e sulle copertine dei vostri dischi?

(L) Molte erano mie, molte di Kat. Mi sono liberata di molte delle bambole e non credo che lei ne abbia ancora molte. Parliamo di più di vent’anni fa, in venti e passa anni ti liberi di un sacco di roba.

Maureen, so che presto uscirà un tuo libro di memorie in cui parli molto onestamente anche di momenti piuttosto duri della tua vita (alcolismo, abuso di droghe pesanti, depressione, stupro)…

(M) Verso il 2012 ho deciso di non vergognarmi più della mia vita. Parlo di qualsiasi cosa, e so che questo mette alcune persone a disagio, ma per me quando fai vergognare qualcuno per le sue esperienze, specialmente se hanno a che fare con la salute e la salute mentale, peggiori solo le cose. Il problema con la malattia mentale è che siccome non è come un osso rotto e non ha una manifestazione “fisica”, la gente tende a dire “oh sei solo di cattivo umore”. Non avevo capito che c’era qualcosa di “sbagliato” in me. Pensavo solo di dovermi sforzare. E invece ho bisogno di un farmaco specifico per (ristabilire) l’equilibrio chimico del mio cervello! Credo che molte persone si auto-curino con le droghe e l’alcol per risolvere i loro problemi di salute mentale. Se non ci fosse una tale vergogna legata a questi problemi le persone non si rivolgerebbero alle droghe e all’alcol, ma cercherebbero aiuto medico, e non sprecherebbero le loro vite come ho fatto io, a fare cose orribili.

Un altro che era innamorato di voi era John Peel, che dichiarò il vostro album del 1990 Spanking Machine il suo preferito dell’anno. Che ricordi avete di quando l’avete conosciuto e registrato le mitiche Peel Sessions?

(L) John Peel è ancora il mio eroe. Mi manca molto. Era autentico, diverso, esperto. Fece per la musica più di qualsiasi altro, era una vera leggenda. Ho avuto la grande fortuna di trascorrere numerose ore con lui nel corso degli anni. Mi mandava cartoline, e biglietti di Natale. Andai ad un concerto con lui, di un paio di band metal inglesi: gli Extreme Noise Terror e i Carcass. Era un grande, e un nostro grandissimo supporter. Ci ha presentate al Reading Festival, non ricordo se nel 1991 o nel 1993.

John Peel e la stampa britannica aiutarono davvero le Babes in Toyland a farsi un nome…

(L) Yeah, e i Sonic Youth. Aiutò molto anche andare in tour con i Sonic Youth la prima volta che venimmo in Europa.

Un tour fantastico! (come testimonia il documentario 1991: The Year Punk Broke di Dave Markey)

(L) Era divertente. Il tour con i Sonic Youth, il Reading Festival, il Lollapalooza. Il periodo migliore della mia vita. Fino ad ora. Se le Babes in Toyland hanno ispirato almeno una persona, in questo mondo, a fare quello che sognava, posso morire felice.