Si chiama Di padre in figlio il libro di Marco Lillo in uscita domani. Ieri Il fatto quotidiano ha pubblicato un’anticipazione: 2 marzo 2017, Matteo Renzi telefona al padre Tiziano per discutere dell’inchiesta Consip, in cui il babbo è accusato di traffico di influenze. I magistrati di Napoli dall’anno precedente indagano su Alfredo Romeo, le tracce li hanno portati fino al cuore del Giglio magico: «E’ una cosa molto seria – dice l’ex premier -. Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione del giro di merda di Firenze per Medjugorje». Renzi senior è devoto, durante i pellegrinaggi ha conosciuto Carlo Russo, divenuto poi amico di famiglia, accusato anche lui di traffico di influenze nell’inchiesta Consip.

«Stai distruggendo un’esperienza – incalza il figlio -. E’ vero che hai fatto una cena con Romeo?». I carabinieri annotano:«Tiziano dice di no e che le cene se le ricorda ma i bar no». Alfredo Mazzei ha raccontato ai pm di Napoli di aver saputo dallo stesso Romeo di un suo incontro «in una bettola» di Roma con Tiziano Renzi e Russo. L’ex premier conosce Mazzei: legato a Giorgio Napolitano, ex tesoriere regionale del Pd campano, amico dei renziani. Il padre nega il rendez-vous in trattoria ma non ricorda circa i bar. E poi aggiunge: «Non ho mai incontrato Romeo. Fidati». «Non ti credo – è la replica del figlio -. Non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino». Ma Francesco Rutelli smentisce i legami e rilancia dicendo di non sapere se le parole del leader Pd fossero «mosse dall’ira o studiate a tavolino». Ancora Matteo Renzi al padre: «Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie. Non voglio essere preso in giro devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti, ndr). Non puoi dire bugie o non mi ricordo».

L’inchiesta Consip è stata bruciata da fughe di notizie. Il 7 dicembre 2016 Roberto Bargilli, ex autista del camper delle prime primarie di Renzi, contatta Russo: «Ti telefonavo per conto di babbo, mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi». Luigi Marroni, ad di Consip, ha raccontato ai pm di aver saputo a luglio 2016 dell’inchiesta da Filippo Vannoni (amico di Matteo Renzi), da Lotti e dal comandate dei carabinieri Saltalamacchia. Difficile non immaginare che la conversazione, il marzo successivo, fosse intercettata.

La procura di Roma ha aperto un procedimento per violazione del segreto d’ufficio e pubblicazione arbitraria di atti. Il guardasigilli Andrea Orlando ha avviato «accertamenti preliminari». Si tratta di intercettazioni senza rilevanza penale e infatti la conversazione, captata dai carabinieri del Noe, è stata poi trasmessa dai pm di Napoli a quelli di Roma in formato audio, non è contenuta in alcuna informativa e non è stata trasmessa alla difesa. L’episodio rischia di far deflagrare i rapporti tra le due procure: Roma ha già revocato le indagini al Noe, aperto un fascicolo sulla fuga di notizie, accusato il capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, di aver alterato con dolo le indagini. A Radio1 Marco Lillo ha spiegato di aver letto il dialogo (e quindi la soffiata è stata fatta a Napoli): «Diciamo che è segreta, sarebbe una violazione di norma che viene compiuta dai giornalisti a beneficio dei lettori». A passarla non sarebbe stato Scafarto: «Di solito il brogliaccio lo scrive un carabiniere di un livello più basso» dice Lillo.

Matteo Renzi ieri ha reagito via social: «Queste intercettazioni ribadiscono la mia serietà». Renzi senior invece ha mandato al diavolo i giornalisti. Ai pm il babbo aveva spiegato di aver saputo dell’inchiesta da Lillo. Versione smentita dal giornalista del Fatto con la pubblicazione dello scambio di messaggi.

Intanto, Carlo Russo è finito in un nuovo filone d’indagine per turbativa d’asta: la procura capitolina ieri ha acquisito documenti presso la sede di Grandi Stazioni. Russo e Romeo l’estate scorsa vengono registrati mentre discutono di una gara della società posseduta da Ferrovie dello Stato. Il 21 settembre, a Termini, Russo incontra l’ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi. Russo andrà poi a riferire l’esito dell’incontro a Romeo.