La gioia italiana, la vergogna inglese. Sentimenti e comportamenti opposti per quei due calci di rigore parati da Donnarumma a Wembley. Mentre Sergio Mattarella riceveva i vincitori di Euro 2020 al Quirinale, tenendo tra le mani la racchetta regalatagli da Matteo Berrettini (con cui il tennista italiano ha conteso il torneo di Wimbledon a Novak Djokovic), in Inghilterra si è scatenata la caccia social ai rigoristi inglesi che con i loro errori dal dischetto hanno consegnato il successo agli azzurri. Sliding doors sull’asse Roma-Londra: il capo dello stato italiano ha ringraziato i calciatori, il ct Roberto Mancini, lo stesso Berrettini, prima di emozionarsi per il grande trofeo internazionale arrivato alla fine del suo mandato al Quirinale: come lui aveva gioito nell’era moderna solo Sandro Pertini per Spagna ‘82 e Giorgio Napolitano (Germania 2006):“Non è giorno di discorsi, ma di applausi, di ringraziamenti – ha detto Mattarella -, avete meritato di vincere ben prima dei rigori, in queste sette partite siete stati accompagnati dall’affetto degli italiani, avete tutti reso onore allo sport, vincendo anche per il legame tra di voi, armonia di squadra, merito anche del ct Mancini, la sua rivoluzione nel gioco, la preparazione alla partita. Grazie a tutti”.

IL CAPO DELLO STATO, nell’unico passaggio concesso alla real politik, ha ricordato che si è tifato per l’Italia in diversi paesi europei, con allusione al tweet di sostegno pre-partita all’Italia della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Prima di Mattarella ci sono stati i brevi interventi di Roberto Mancini, dei presidenti di Figc (Gabriele Gravina), di FIT (Angelo Binaghi), di Berrettini e di Chiellini, che ha dedicato il trofeo a Davide Astori (un passaggio assai apprezzato da Mattarella), ex compagno di nazionale, morto tre anni fa a 31 anni. La nazionale italiana e Berrettini poi si sono recati a Palazzo Chigi, accolti all’esterno da Mario Draghi: coppa alzata al cielo davanti a migliaia di persone. “Ci avete resi orgogliosi perché uniti in queste celebrazioni – ha detto il premier -, siete entrati nella storia, sport è ascensore sociale, argine al razzismo e strumento di coesione”, ricordando le parate di Donnarumma e le lacrime dell’infortunato Spinazzola. Maglia numero 10 per Draghi (come per Mattarella), poi per la delegazione azzurra il ritorno in hotel sul bus (a sorpresa) scoperto.

IN INGHILTERRA è invece ancora nero l’umore di Boris Johnson, non solo per il trend in salita della variante Delta e l’insuccesso dell’Inghilterra. Agli inglesi che si dicono impegnati nella lotta al razzismo, tra le campagne contro l’intolleranza della Premier League e della federcalcio, è bastato perdere ai rigori per l’errore di tre atleti neri a scatenare il peggio del bestiario razzista: oltre un milione di account su Twitter sono stati segnalati e poi chiusi per offese a Saka, Sancho e anche a Rashford, che si è anche visto ricoprire di insulti il murales in suo onore a Manchester. Rashford si è segnalato più volte per iniziative a favore dei bimbi da famiglie meno abbienti, dal cibo garantito all’attività contro la dispersione scolastica, attirandosi anche le simpatie di Barack Obama. Ma è anche emerso, tra video e arresti (circa una quarantina) il comportamento violento di una parte del tifo inglese a Wembley, con aggressione a tifosi italiani. Non solo: migliaia di teppisti si sono infiltrati all’interno dello stadio, c’è un fascicolo aperto sulla scrivania della Uefa, in attesa di verificare l’impatto di migliaia di tifosi assembrati tra spalti, pub e piazze londinesi. L’Oms, nel frattempo, trema.