Domani pomeriggio a Caserta si terrà il Consiglio dei ministri per firmare il protocollo d’intesa per azioni urgenti nella Terra dei fuochi, il documento sarà sottoscritto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi, dal sottosegretario al ministero della Salute Armando Bartolazzi. Firmeranno il documento anche il governatore campano Vincenzo De Luca, il prefetto di Caserta Raffale Ruberto e la prefetta di Napoli Carmela Pagano. La firma sarà accompagnata dalla manifestazione del comitato «Stop biocidio», che contesta le politiche del governo in tema ambientale.

IL PROTOCOLLO PREVEDE un piano di contrasto ai roghi che si concentrano tra l’hinterland partenopeo e il casertano, un fenomeno che riguarda sia i rifiuti sversati illegalmente (ieri nuovo allarme nel parco del Vesuvio) che i siti di stoccaggio gestiti dai privati o dalle società in house degli enti locali, dati alle fiamme in modo doloso. Arriveranno 200 militari più la videosorveglianza per presidiare i siti di lavorazione a rischio raid, individuati dal censimento effettuato dalle prefetture. Oltre 100 carabinieri esperti in investigazioni rafforzeranno l’azione di contrasto. L’Arpac monitorerà i livelli di inquinamento dell’aria, del terreno e delle produzioni agricole prossime a un eventuale incendio.

«Ci deve essere una catena chiara di responsabilità territoriali», ha spiegato il ministro Costa. I pediatri e i medici di base attraverso il progetto Epica invieranno i dati sui pazienti affetti da tumore per monitorare e geolocalizzare la popolazione che si ammala. Dal ministero per il Sud arriveranno 140 milioni per il censimento e la bonifica delle discariche e dei siti dove vengono abbandonati i rifiuti poi dati alle fiamme.

Si tratta di un progetto pilota, che dovrebbe poi essere applicato anche nelle altre regioni italiane interessate dagli incendi dolosi delle aree di stoccaggio. Il Sole 24 Ore ha contato 343 casi di incendi a impianti o macchinari a partire dal 2014 in tutta Italia, ma il fenomeno ha subito un’impennata da maggio 2017. Da quando la Cina ha bloccato l’importazione di plastica di scarsa qualità, malavita e imprenditori senza scrupoli hanno adottato le fiamme per smaltire la produzione anche perché la fine dello smaltimento in Asia ha fatto lievitare i costi di conferimento ai termovalorizzatori. Tra i roghi sospetti dell’ultimo anno e mezzo, 143 hanno coinvolto impianti di rifiuti, 33 in discariche. In Lombardia i roghi sono stati 43, tanto che la regione ormai viene identificata come una nuova Terra dei fuochi.

FIRMATO IL PROTOCOLLO, a gennaio partirà l’iter per approvare in parlamento la norma che metterà a sistema la materia. «Si chiamerà Terra mia – ha spiegato Costa -, vogliamo che la Campania sia il primo laboratorio di tutela ambientale del paese».