«Sono stato in piazza San Giovanni al Primo Maggio e in piazza Plebiscito al Capodanno napoletano, adesso vado al festival di Sanremo, restando me stesso, col mio assemblaggio di parole e suoni, un’altra tappa di un percorso importante della mia vita di artista. Sanremo è un gigantesco evento popolare in cui l’attenzione di tutti, di quelli che amano la musica e della grande platea televisiva, è totale, concentrata. Il mio desiderio è promuovere quello che faccio da sempre, facendolo arrivare anche a chi non mi conosce».

Così il musicista, cantante e autore Enzo Avitabile annuncia la sua presenza, per la prima volta, al festival della canzone italiana sul palcoscenico del teatro Ariston. «Devo ringraziare il direttore artistico Claudio Baglioni che ha scelto questa nuova formula, rispettando la dignità del nostro lavoro, abolendo le eliminazioni e lasciando l’artista libero e indipendente, permettendo a tutti noi di esibirci con la massima tranquillità. Presento il brano Il coraggio di ogni giorno, cantato insieme a Peppe Servillo mentre venerdì ci saranno ospiti Daby Toure dalla Mauritania e gli Avion Travel. Un brano in forma di canzone, vado a Sanremo per diffondere il mio messaggio, un canto di speranza, mantrico, che va da cuore a cuore. Un brano dedicato a tutti i nessuno, agli ultimi della terra ma anche ai nostri genitori, a quelle famiglie che con uno stipendio solo devono arrivare a fine mese e crescere dei figli, a quelle periferie che sono territori a svantaggio, come Scampia e Marianella, afflitte da una difficile situazione economico-sociale».

L’ultimo riconoscimento, a inizio gennaio, vinto da Avitabile è il premio Ubu per la colonna sonora di Vangelo di Pippo Delbono, uno spettacolo sui rifugiati e sull’amore, con musiche per orchestra e coro polifonico, usando il latino ed il napoletano (un soundtrack che, forse, sarà pubblicato dall’etichetta francese Because). «Anche questi fenomeni di violenza giovanile, in questi rioni napoletani di solo cemento, si devono combattere con la cultura, con la consapevolezza, con l’accoglienza che comincia dall’accettare il tuo vicino di casa. Come dice il poeta curdo Rafiq Sabir, la vita nasce in qualunque parte del mondo e in qualunque parte dobbiamo restare umani, conservare quel senso profondo di solidarietà e spiritualità».

Il coraggio di ogni giorno, scritto insieme a Pacifico, è uno dei due inediti con Respirando navigando, altra ballata dalle sonorità africane, del doppio cd, Pelle differente, primo «best of» dell’artista, in uscita il 9 febbraio, 28 brani per un excursus nelle sue canzoni dal 1982 a oggi. Una raccolta con molte collaborazioni: Idri per Nuie e ll’ acqua, Daby Touré per Mane e mane; Toumani Diabatè e Mauro Pagani su un suo classico degli ’80 Soul Express e Francesco Guccini per Gerardo nuvola ‘e povere. In mezzo due premi Tenco, poi David di Donatello e Nastri d’Argento e lo spettacolare Music Life, il documentario sulla sua vita di Jonathan Demme. «Sto già lavorando alla musica per il nuovo film di Edoardo De Angelis, il regista di Indivisibili, e per il venerdì santo suonerò al Teatro San Carlo delle mie partiture innestandole alle composizioni di Haydn e Mozart».

Invece Peppe Servillo a Sanremo c’è già stato e ha vinto nel 2000 con gli Avion Travel. «Ci conosciamo da tempo con Enzo, l’occasione specifica è nata sul set di Indivisibili dove io ero impegnato come attore e lui con la musica e mi ritengo fortunato di poter lavorare insieme. Questo brano di Enzo per Sanremo è una preghiera laica in forma di dialogo, un genere di canzoni che amo perché esprimono una sorta di rivalsa, di rivincita quotidiana per aiutare le persone che ci sono care, che ci sono vicine, che devono superare gli ostacoli duri della vita quotidiana. È un dialogo fra noi due, una totale corrispondenza dove lui esprime una forte spiritualità». Sono due registri diversi che incitano alla resistenza e al dialogo. «In qualche modo la parola è sempre imprecisa rispetto alla fisicità del suono, il dialetto napoletano è puro approfondimento che segna un’appartenenza, che viene da lontano, dal lavoro con mio fratello Toni per Le voci di dentro e La parola canta, esprimersi in dialetto vuol dire conquistare il senso più autentico e intenso del testo perché chi ama il proprio dialetto, accetta pure i dialetti degli altri, ha maggiore disponibilità verso sonorità diverse».

Sanremo 2018 segnerà anche il ritorno in scena degli Avion Travel, la band casertana di suprema eleganza e respiro teatrale. «Dopo 15 anni di esperienze tutte diverse, dal teatro alla world music, torniamo insieme e in primavera arriverà questo nuovo disco, Privè, un progetto che abbiamo ripreso dopo la scomparsa di Fausto Mesolella, il nostro chitarrista e abbiamo terminato recentemente, con la metà delle canzoni scritte proprio da lui, io ho curato i testi, la produzione artistica è di Mario Tronco e c’è un elemento in più rispetto alla formazione originale, Duilio Galioto alle tastiere.»