Un operaio edile in condizioni gravi, il collega deceduto sul colpo è il bilancio della tragedia avvenuta ieri mattina in un cantiere ad Aversa, nel casertano. I due avevano terminato la ristrutturazione di un edificio privato in via Giotto, i lavori affidati alle aziende Amico Giuseppe Costruzioni e Buonanno Costruzioni. Stavano smontando le impalcature al terzo piano quando uno dei due ha perso l’equilibrio: Domenico Iovinella, 52 anni di Orta di Atella, è precipitato, nel tentativo di fermare la caduta si è aggrappato al collega Tommaso Capasso, trascinandolo al suolo. Iovinella è morto sul colpo mentre l’altro, quarantanove anni anche lui di Orta di Atella, è stato trasportato nel vicino ospedale Moscati: operato, è fuori pericolo. I due non avevano il casco né le imbracature, almeno così racconta chi era sul posto. Sono 27 i cantieri edili sospesi nel casertano, su 35 controllati negli ultimi sette giorni dai carabinieri e dagli ispettori dell’Ufficio Territoriale del Lavoro, 27 i denunciati per gravi violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Giovanni Sannino, segretario generale Fillea Campania, spiega: «E’ il binomio mortale “lavoro nero, sicurezza zero”. Dai nostri primi accertamenti presso le Casse edili di Caserta e Napoli, non risulta denunciata l’apertura del cantiere da parte dell’Amico Giuseppe Costruzioni, che era l’azienda principale, e neppure da Buonanno Costruzioni, né risultano posizioni aperte per Iovinella e per il collega ferito. Per Amico Giuseppe c’è solo la posizione aperta a Napoli ma sospesa da un anno». I datori di lavoro hanno esibito i contratti di lavoro per entrambi. La Fillea ha cerca anche di verificare la correttezza del Tabellone obbligatorio in ogni cantiere: «I nomi delle ditte sono scritte con il pennarello senza numero di Camera di commercio e indirizzo, come vuole la legge. Anche il numero di licenza è scritto a mano, andrebbe verificato. Il Tabellone pone un serio problema di mancanza di controlli. E lo pone anche la mancata apertura delle posizioni in Cassa edile: se non si adempie all’obbligo, non si può essere a norma con l’Inps e neppure con il Documento di regolarità contributiva, previsto dal Codice degli Appalti».

Un bravo operaio può guadagnare al nero circa 80 euro al giorno ma rinuncia ai contributi per la pensione e alla sicurezza. Poi ci sono quelli meno bravi, o magari migranti, che intascano tra i 35 e i 50 euro. «L’elenco dei caduti si allunga sempre di più e sempre di più si muore cadendo dall’alto, come tanti anni fa – prosegue il segretario Fillea – . Sempre di più si scopre che si lavora al nero o in condizioni estremamente precarie». La maggior parte delle violazioni nei controlli dei carabinieri dell’ultima settimana sono state riscontrate proprio nell’agro aversano, territorio in cui sono avvenuti diversi incidenti mortali negli ultimi giorni. Lunedì scorso, al cimitero di Teverola, in provincia di Caserta, un sessantenne è stato schiacciato da un muro, crollato all’improvviso. Dagli accertamenti è emerso che il muratore lavorava in nero e sarebbe stato assunto solo dopo la morte. La Cgia di Mestre racconta che in Italia sono aumentate le vittime sul lavoro nei primi due mesi dell’anno: nello stesso periodo del 2016 ci sono stati 95 casi; tra gennaio e febbraio 2017 sono decedute 127 persone (più 33,7%) anche se sul dato pesa la valanga di gennaio in Abruzzo che ha coinvolto Rigopiano e lo schianto dell’elicottero del 118 a Campo Felice, in provincia de L’Aquila. Oltre ai morti sul lavoro, sono in crescita anche gli infortuni: nei primi due mesi del 2017 sono stati denunciati 98.275 casi, 1.834 in più rispetto allo stesso periodo del 2016.